Pontecorvo, la parrocchia che non conosce crisi di vocazioni: tre sacerdoti in 15 anni

Pontecorvo, la parrocchia che non conosce crisi di vocazioni: tre sacerdoti in 15 anni
La crisi delle vocazioni che ormai da qualche decennio investe la Chiesa a tutti i livelli e che ha imposto la chiusura di decine di luoghi di culto, non tocca, almeno...

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La crisi delle vocazioni che ormai da qualche decennio investe la Chiesa a tutti i livelli e che ha imposto la chiusura di decine di luoghi di culto, non tocca, almeno parzialmente, la diocesi che abbraccia Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo. Proprio a Pontecorvo nella parrocchia Maria Santissima Annunziata e San Biagio Martire negli ultimi 15 anni sono stati chiamati all'abito talare tre giovani del posto, tutti del rione Pastine.


Il primo era stato don Emanuele Secondi, ora parroco della concattredale di Cassino, dopo aver svolto vari anni il parroco a Pico. Nell'anno che si appresta a finire, sono state due le ordinazioni sacerdotali: prima don Florin D'Amata, destinato ad una parrocchia di Isola del Liri e il 30 novembre scorso don Carlo Di Sotto.


«Ci sono ancora tante famiglie che sanno educare i proprio figli alla vita cristiana, ai valori di fede. E' senz'altro questo il punto di partenza per avere nuove generazioni di sacerdoti, accanto c'è poi un altro elemento fondamentale che è la testimonianza, il modello di prete che solca la strada a molti», ha spiegato il vescovo Gerardo Antonazzo. Dunque, famiglie che vivono nei valori cristiani e buon esempi di preti formano sacerdoti. Ma l'elemento più importante è la chiamata interiore, la fede che spinge un giovane spesso ad andare contro le aspettative della famiglia e pronunciare, dopo un lungo percorso in seminario, il «Sì lo voglio». Un caso quello della parrocchia dell'Annunziata che viene vissuto dai tanto fedeli come un dono. Grande è stata la festa che la comunità rionale ha organizzato per i tre giovani che hanno deciso di prendere i voti e che per la prima volta hanno celebrato messa nella chiesa parrocchiale.
«Per noi - dice una parrocchiana - è un dono, siamo orgogliosi dei nostri don Emanuele, don Florin e don Carlo e della nostra amata parrocchia».
Vin.Car.
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Il Messaggero