Paralizzato dopo un tuffo in piscina a una festa, muore a 30 anni: la famiglia chiede maxi risarcimento al proprietario di casa

Un trentenne di Castro dei Volsci aveva battuto violentemente la testa sul fondale

Paralizzato dopo un tuffo in piscina a una festa, muore a 30 anni: la famiglia chiede maxi risarcimento al proprietario di casa
Aveva soltanto trenta anni e tutta una vita davanti. E invece mentre si trovava ad una festa di compleanno a Pofi, circa sei anni fa, l'esistenza di un ristoratore di Castro...

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Aveva soltanto trenta anni e tutta una vita davanti. E invece mentre si trovava ad una festa di compleanno a Pofi, circa sei anni fa, l'esistenza di un ristoratore di Castro dei Volsci è stata completamente stravolta. Tutta colpa di un tuffo in piscina. Quella serata all'insegna del divertimento si trasforma in tragedia. Il trentenne ha battuto violentemente la testa sul fondale della piscina riportando gravissime lesioni. Trasportato in ospedale il ragazzo è stato sottoposto a tutte le indagini diagnostiche e le radiografie che hanno accertato gravissime lesioni a livello spinale. La diagnosi è una condanna: il trentenne non può più camminare.

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Per il giovane e i familiari a quel punto è iniziato un vero e proprio calvario. Il giovane non era più autonomo e la sua vita sarebbe stata segnata dalla paralisi. Ma hanno tenuto duro ed hanno continuato a fare l'impossibile per poter aiutare il loro caro ad avere una qualità della vita dignitosa. Tre anni fa però nonostante tutte le terapie a cui il trentenne era stato sottoposto, il trentenne è morto. È stato a quel punto che i familiari si sono rivolti ai loro legali di fiducia per intraprendere una battaglia legale. Loro sono convinti che a causare la morte del loro ragazzo sarebbe stato proprio quel tuffo in piscina. Da quel momento infatti il giovane non era stato più bene.

GUERRA IN TRIBUNALE

Sul caso si era mossa anche la Procura ma per un vizio di forma il procedimento penale nei confronti dei titolari della piscina è stato archiviato. Al momento va avanti soltanto la causa in sede civile. Gli eredi hanno chiesto un milione e mezzo di euro di risarcimento danni. I proprietari della piscina invece, si sono rivolti agli avvocati Enrico Pavia e Pietro Polidori per essere rappresentati nelle opportune sedi. In questo momento si sta analizzando l'adozione di eventuali presidi di sicurezza che avrebbero potuto evitare il tragico evento. Nello specifico, secondo gli elementi raccolti dagli investigatori, se fossero stati rispettati i regolamenti in materia di costruzione di piscine e ci fossero stati i dovuti avvisi di sicurezza, con tutta probabilità tale tragedia non si sarebbe consumata. Sotto esame anche la profondità della piscina che non risulterebbe conforme alle misure stabilite dalla legge in fatto di sicurezza. La famiglia del deceduto è rappresentata dall'avvocato Carlo Testa.
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Il Messaggero