Ospedale di Frosinone, il Tribunale del Malato: "Sale operatorie inutilizzate e pochi medici"

Ospedale di Frosinone, il Tribunale del Malato: "Sale operatorie inutilizzate e pochi medici"
Carenze di personale che si ripercuotono sul funzionamento delle sale operatorie. Code per le operazioni e fuga verso altre Regioni. Alcune delle criticità più...

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Carenze di personale che si ripercuotono sul funzionamento delle sale operatorie. Code per le operazioni e fuga verso altre Regioni. Alcune delle criticità più sentite presso l’ospedale Spaziani del capoluogo e in provincia, secondo il Tribunale del Malato (Tdm) di Cittadinanzattiva. Si tratta di aspetti finiti nel dossier presentato lunedì scorso in un incontro pubblico dal referente frusinate di Tdm Francesco Notarcola. Con l’obiettivo di affrontare, insieme alla Asl, le criticità e trovare soluzioni. “Il problema della carenza di posti letto – si spiega nel dossier – è appesantito dallo scarso utilizzo del blocco operatorio composto da 7 sale. Due al primo piano, originariamente attrezzate per il reparto di cardiochirurgia (e oggi completamente inutilizzate), 5 utilizzate a scartamento ridotto per la mancanza di anestesisti”. Nell’incontro pubblico il Tdm ha più volte ribadito l’importanza di tempi rapidi e certi per l’assunzione del personale mancante negli ospedali provinciali. Visto che i disagi denunciati relativamente all’uso delle sale operatorie dello Spaziani incidono sui tempi di attesa per le operazioni. “I tempi degli interventi chirurgici programmati sono lunghi – spiegano dall’associazione – Per questo motivo la gente si rivolge altrove”.

IN FUGA
Proprio sul dato relativo alla mobilità passiva (i ciociari che si rivolgono a strutture sanitarie fuori dal Lazio con costi a carico della Asl locale) si concentrano le riflessioni del Tdm. Allargando lo sguardo non solo all’ospedale di Frosinone, ma a tutta la provincia. “Fra 2000 e 2016 la mobilità passiva extraregionale è raddoppiata. Il dato 2016 parla di 38 milioni di euro l’anno di passivo per la Asl. I pazienti si rivolgono ad Asl abbruzzesi (38,55%), molisane (18%) e campane (12%). La maggior parte dei pazienti che si trasferiscono verso queste strutture fanno parte dei distretti C e D (Sora e Cassino), quelli geograficamente più vicini. La fuga verso l’Abruzzo riguarda soprattutto sostituzione di articolazioni maggiori, calcolosi urinaria, litotripsia mediante ultrasuoni, interventi su utero. Quella in Molise malattie del sistema nervoso, interventi su dorso e collo,malattie del midollo spinale. Quelle in Campania parto cesareo e parto vaginale senza diagnosi complicanti. Perché andare in Abruzzo per curare patologie urologiche semplici e perché andare a partorire in Campania?”.
LA PROPOSTA

Rispetto alle lunghe liste d'attesa per gli esami nella Asl (dove per diversi tipi di ecografie si attende anche un anno) dall'associazionismo arriva anche una proposta. "Con una organizzazione diversa i tempi di attesa potrebbero essere abbattuti di molto - spiega il Tdm - Le attività diagnostiche offerte nel corso delle notti bianche per la difesa della sanità pubblica, organizzate dall'associazionismo volontario ad Alatri, a Sora e altrove, hanno dimostrato che con una organizzazione coordinata fra Asl e associazionismo i tempi di attesa potrebbero essere abbattuti e portati a zero nel corso di due o tre mesi". Ma come? Per il Tdm "sarebbe sufficiente organizzare delle giornate di medicina sociale nei centri della provincia chiamando a collaborare medici in pensione, volontari, dipendenti Asl. Le associazioni sono pronte a dare il loro contributo".
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Il Messaggero