Via Aldo Moro, prove di normalità a una settimana dall'omicidio

Lo Shake bar, una settimana dopo il delitto
Sabato 9 marzo, sabato 16 marzo. Ore 19.30. A distanza di una settimana dalla sparatoria, l'atmosfera in via Aldo Moro sembra essere tornata alla normalità. Si respira...

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Sabato 9 marzo, sabato 16 marzo. Ore 19.30. A distanza di una settimana dalla sparatoria, l'atmosfera in via Aldo Moro sembra essere tornata alla normalità. Si respira maggiore distensione. Le persone passeggiano con fare rilassato, entrano ed escono dai negozi, camminano con il cane, chiacchierano con gli amici o sorseggiano aperitivi nei locali. Ma qualcosa è profondamente cambiato. L'omicidio avvenuto allo Shake Bar è stata una deflagrazione che probabilmente ha mutato coscienze e atteggiamento, e soprattutto ha messo in allarme le famiglie.

Così qualche giovane frequentatore della strada dello struscio di Frosinone bassa, ci fa notare che non è una sabato come un altro. Che ci sono meno adolescenti. Sono loro infatti il vero popolo di via Moro: quelli del trancio di pizza, dell'acquisto alla moda, dello smartphone sempre alla mano, del "ci vediamo oggi pomeriggio" e del "mamma esco non ti preoccupare". Ragazzi che già a dodici anni hanno voglia di uscire da soli con gli amici. Ma anche quelli che ci sono anche durante gli altri giorni o che non vedono l'ora che arrivi il sabato per vedere il fidanzatino o la fidanzatina. Per molti di loro, abitudini e destinazioni sono cambiate. O meglio in via Aldo Moro non si sono visti. Comprensibile. Spesso si vedevano affollare negozi che vendono moda giovanile, gadget, accessori o tecnologia, ieri sera invece il popolo dei giovanissimi era meno folto. E anche i bar di tendenza hanno avuto meno clienti. «Solitamente vengo a passeggiare in via Aldo Moro con gli amici. Ci vediamo molto spesso qui racconta una quindicenne appena uscita da un negozio di abbigliamento il sabato precedente a quello della sparatoria mi trovano proprio dentro allo Shake. Quindi ho pensato: e se ci fossi stata anche io quella sera. Oppure: se gli spari avessero colpito anche altri passanti? Anche io avrei potuto essere un possibile bersaglio».

LA MARCIA

La risposta di tantissima gente è stata chiara e manifestata durante la marcia silenziosa di venerdì sera che ha registrato una massiccia partecipazione. C'è voglia di riacquistare serenità, di confermare che la comunità è sana, e il passeggio in via Aldo Moro ne è stato il termometro. Le signore con le buste dei negozi, le coppie a braccetto, le famiglie, gli avventori con le pizze da asporto, gli amici davanti ad una bibita, e come al solito le auto sostate fuori posto che hanno fatto storcere un il naso. Ma in questo clima è anche difficile chiedere di spostarla una macchina parcheggiata male, "perché non sai quale reazione potrebbe avere il proprietario" commenta ad alta voce un passante.

Per allontanare lo spettro di possibili azioni criminali nel pieno centro cittadino, ci vorrà tempo. Intanto, ad alimentare una maggiore percezione di sicurezza ci sono le pattuglie delle forze dell'ordine che attraversano e sostano in via Moro. C'erano anche ieri sera.
Marina Testa
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Il Messaggero