Omicidio Mollicone, la Procura chiede il rinvio a giudizio della famiglia dell'ex comandante Mottola e di due carabinieri

Omicidio Mollicone, la Procura chiede il rinvio a giudizio della famiglia dell'ex comandante Mottola e di due carabinieri
Omicidio di Serena Mollicone, la Procura di Cassino oggi ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per Marco, Franco e Annamaria Mottola, Vincenzo Quatrale e Francesco...

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Omicidio di Serena Mollicone, la Procura di Cassino oggi ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per Marco, Franco e Annamaria Mottola, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.


Per la famiglia Mottola e il maresciallo Quatrale il reato ipotizzato è quello di omicidio in concorso. Solo a Quatrale viene contestato il reato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine all'appuntato Suprano quello di favoreggiamento.

Lo rende noto in un comunicato il procuratore di Cassino, Luciano d'Emmanuele.

Grazie agli accertamenti dei carabinieri del Ris di Roma e della professoressa Cristina Cattaneo, spiega il procuratore, "questo ufficio ritiene di aver provato che Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce, con una spinta contro una porta, data la riscontrata compatibilità tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma; parimenti è stata accertata la perfetta compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima ed il legno della suddetta porta, così come il coperchio di una caldaia della caserma".

In tal modo, spiega ancora d'Emmanuele, hanno trovato riscontri oggettivi le dichiarazioni reser nel 2008 dal brigadiere Tuzi che disse di aver visto Serena entrare in caserma nel 2001 e di non averla più vista uscire.

Durante i nuovi accertamenti si è proceduto all'ascolto 118 testi, molti dei quali scelti tra gli oltre 1000 sentiti nel corso degli ultimi 18 anni; sono state effettuate rogatorie in Francia, Polonia e Stato dle Vaticano.
 Pertanto, conclude il procuratore, "si ritiene che le prove scientifiche, insieme con le dichirazioni, consentono di sostenere con fiducia l'accusa in giudizio".


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Il Messaggero