Omicidio in famiglia ad Esperia: caso in Cassazione, chiesta perizia per Mario Teoli

Omicidio in famiglia ad Esperia: caso in Cassazione, chiesta perizia per Mario Teoli
Omicidio in famiglia ad Esperia, la difesa di Mario Teoli, il trentenne condannato in primo e secondo grado a 15 anni di reclusione per l'omicidio del padre Antonio, ex...

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Omicidio in famiglia ad Esperia, la difesa di Mario Teoli, il trentenne condannato in primo e secondo grado a 15 anni di reclusione per l'omicidio del padre Antonio, ex operaio Fiat, ricorre in Cassazione e chiede una nuova perizia psichiatrica. L'obiettivo della difesa dell'esperiano è di rivalutare l'imputabilità e la processabilità dell'uomo al quale nella sentenza di primo grado (pronunciata con rito abbreviato) e avallata in pieno in appello, era stato riconosciuto uno sconto di pena, oltre al rito, con la concessione delle attenuanti per uso dannoso e cronico da alcol (come concluso dal perito del Gup Pasquale Antiganani). Ora, però, la sua difesa, rappresentata dall'avvocato Paolo Barone, vuole un nuovo giudizio e oltre alla rinnovazione della perizia psichiatrica ha sollevato anche la questione «dell'illogicità» della sentenza di primo grado. La discussione dinanzi alla prima sezione della Corte di Cassazione ci sarà il 10 giugno prossimo.


L'omicidio come si ricorderà risale al primo agosto 2018 all'interno dell'abitazione di via Provinciale ad Esperia, dove padre e figlio ebbero una lite sfociata nella morte del genitore. Mario Teoli è stato riconosciuto colpevole di aver sferrato sei fendenti, con un coltello da cucina, al padre. In un primo momento riferì ai carabinieri e al personale del 118 di essere stato vittima di un'aggressione in casa, ma poche ore dopo fu fermato con l'accusa di omicidio volontario. Si è sempre professato innocente, ma le indagini dei carabinieri della compagnia di Pontecorvo, sotto il coordinamento del pm Emanuele De Franco, della procura di Cassino, l'omicidio maturato in due fasi. La prima quando Antonio Teoli sbatte contro la porte d'ingresso infrangendone il vetro, ma senza gravi ferite; quella letale è la seconda fase, quando nella cucina il figlio avrebbe inferto le sei coltellata all'addome al padre, subito dopo la vittima ha avuto solo il tempo di uscire in giardino e accasciarsi a terra.

Parte civile nel processo è il fratello di Mario e figlio maggiore della vittima tramite l'avvocato Emiliano Mignanelli.
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Il Messaggero