Omicidio di Thomas, la verità resta ancora lontana

Non è bastato smontare tegole e scavare tra i campi. Dell'arma che ha ucciso il giovane non c'è traccia ed è il tassello che manca agli investigatori per chiudere il cerchio

Omicidio di Thomas, la verità resta ancora lontana
Non è bastato smontare tegole e scavare tra i campi. Dell'arma che ha ucciso Thomas Bricca non c'è traccia ed è il tassello che manca agli...

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Non è bastato smontare tegole e scavare tra i campi. Dell'arma che ha ucciso Thomas Bricca non c'è traccia ed è il tassello che manca agli investigatori per chiudere il cerchio. Senza la pistola - o qualche altro elemento probante - restano i quattro sospettati (due fratelli, il padre e il fratellastro di quest'ultimo)che però al momento non hanno alcuna contestazione nei loro confronti. La notizia di un indagato che si era diffusa ieri, non ha trovato conferma in Procura né tra i carabinieri che stanno seguendo il caso. Il riserbo resta massimo, lo ha disposto lo stesso procuratore capo Antonio Guerriero in ossequio tra l'altro alle norme sulla presunzione d'innocenza, ma dopo quasi un mese dal delitto inevitabilmente qualcosa trapela.

Già le perquisizioni dei giorni scorsi in località "Fraschette" avevano fatto ipotizzare che ci fossero degli indagati: si tratta di atti che vengono svolti dando a chi è il destinatario del provvedimento le garanzie di legge ovvero la possibilità di chiedere la presenza di un avvocato di fiducia. Il passaggio successivo, nel quale arriva l'avviso di garanzia è un atto dovuto, potrebbe essere quello legato alla necessità di eseguire un accertamento irripetibile che deve per forza essere svolto in presenza di un difensore, altrimenti diventa inutilizzabile. Per questo si parla - ma anche qui non arrivano conferme - di un provvedimento che sarà adottato in tal senso lunedì.
LA TENSIONE
Tecnicismi a parte, le certezze restano poche e la tensione ad Alatri sale inevitabilmente. In città dal primo momento si parla dei fratelli e dello zio acquisito, quindi del padre dei ragazzi. Addirittura in un video sui social Omar - che a quanto emerso finora era il vero destinatario degli spari - li ha addirittura mostrati pubblicamente. Da una parte c'è l'indagine, quindi, con tutte le precauzioni che vanno adottate in caso di omicidio e la necessità di approfondire ogni dettaglio, dall'altra c'è la convinzione popolare che almeno i mandanti del delitto sono lì, ad Alatri. Chiaramente per arrivare a eventuali provvedimenti non ci si può basare sulle indiscrezioni ma servono certezze. Quelle che i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dalla Procura, stanno cercando di mettere insieme.

Finora ci sono il possibile movente (le risse dei giorni precedenti), il proiettile che ha ucciso Thomas, le immagini delle telecamere che però non consentono di leggere il numero di targa e una serie di testimonianze concordanti sulle risse, ma anche sui possibili mandanti dell'agguato. Solo che non basta, per questo restano troppi misteri e un cerchio che non si chiude.
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Il Messaggero