Omicidio, Di Carlo trasferito per motivi di sicurezza. Nuova perquisizione nella sua casa

Proseguono le indagini degli agenti del commissariato di Polizia di Cassino, coordinati dal capo della squadra mobile Flavio Genovesi, in stretta collaborazione con la...

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Proseguono le indagini degli agenti del commissariato di Polizia di Cassino, coordinati dal capo della squadra mobile Flavio Genovesi, in stretta collaborazione con la Scientifica, per fare chiarezza sull'omicidio di Yileris Pena Santana, la 34enne di origini dominicane accoltellata sabato scorso in un appartamento di via Pascoli. Ad una settimana da quella brutale uccisione, sono ancora molti i punti oscuri, sebbene sia già stato identificato e fermato il presunto autore dell'omicidio: il 26enne di Cassino Sandro Di Carlo. A tradire l'uomo le impronte rinvenute nell'appartamento e alcune macchie di sangue. Il ragazzo, interrogato dal giudice delle indagini preliminari, si è difeso negando ogni addebito: ha spiegato di essere stato effettivamente in quell'appartamento, la notte tra venerdì e sabato, ma quando è andato via la ragazza era ancora in vita. Questo spiegherebbe il perché delle sue impronte nella casa, ma la sua versione dei fatti non ha però convinto il giudice per le indagini preliminari che ha dunque confermato il fermo.

IL TRASFERIMENTO

Sandro Di Carlo resta in carcere, ma non più nella casa circondariale "San Domenico" di via Sferracavalli a Cassino: dopo la convalida del fermo il 26enne è stato trasferito in un altro istituto penitenziario per ragioni di sicurezza. Lì avrebbe forse rischiato ritorsioni. Intanto gli investigatori della Polizia di Stato proseguono nelle indagini: il capo della squadra mobile, nel corso della conferenza stampa in Questura dopo l'arresto dell'uomo, ha spiegato che gli agenti non hanno potuto contare sulle testimonianze dei vicini di casa perché nessuno ha sentito nulla; soprattutto - ha sottolineato - non ci sono telecamere di sorveglianza che possano fornire elementi utili alle indagini. «Ci siamo affidati alla nostra polizia scientifica che ha fatto un grande lavoro» ha spiegato Genovesi. Dopo aver rinvenuto le impronte nell'appartamento, altri elementi sono stati cercati anche nell'abitazione del presunto assassino. Gli uomini della Scientifica sono tornati giovedì nella depandence di via San Lorenzo a Cassino: una piccola abitazione poco distante dalla lussuosa villa dove vivono i suoi genitori, immersa nel verde della campagne di San Bartolomeo. Secondo alcuni testimoni, l'uomo, nella notte tra sabato e domenica scorsa, vagava tra i campi della sua abitazione con una torcia: gli investigatori sono tornati a perlustrare l'intera zona alla ricerca di altri elementi che possano essere in qualche modo utili alle indagini e a stringere il cerchio attorno all'uomo che gli agenti della polizia di Stato hanno catturato in meno di 36 ore mentre era su un bus di ritorno da Roma.

IL MOVENTE

Si scava non solo per avere altri indizi, ma anche e soprattutto per cercare quale sia stato il movente: un attimo di follia? Un litigio finito male? Ricatti da parte della escort? Interrogativi ai quali si cerca di dare una risposta nel meno tempo possibile per chiudere il caso in maniera definitiva quanto prima senza lasciare nessun mistero. Al momento l'unico movente che si esclude è quello della rapina: nell'abitazione sono stati infatti trovate delle banconote. Gli investigatori non tralasciano alcun elemento: nonostante alcuni indizi schiaccianti ci sono delle zone d'ombra che necessitano di risposte.

IL CORTEO

Questa mattina, intanto, a partire dalle ore 10, nel parco Baden Powell di Cassino si terrà un corteo in memoria di Yirel con lo slogan "Cassino dice No alla violenza".

All'iniziativa promossa dall'amministrazione comunale ha aderito anche la conferenza provinciale de Le Democratiche' che con Sarah Grieco ed Eleonora Campoli che spiegano: «A un anno dalla morte di Romina, nella nostra provincia dobbiamo fare i conti con un nuovo femminicidio. Siamo vicino ad Yirel e ai suoi tre bambini».
Alberto Simone
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Il Messaggero