I servizi sociali le tolgono le nipotine in affidamento, scatta la denuncia

Il commissariato di polizia di Cassino
«Le mie due nipotine di 9 ed 11 anni che vivono con me dal 2017 sono state portate via dalle assistenti sociali senza alcun valido motivo». Questa la ragione che ha...

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«Le mie due nipotine di 9 ed 11 anni che vivono con me dal 2017 sono state portate via dalle assistenti sociali senza alcun valido motivo». Questa la ragione che ha spinto una donna di 43 anni residente a Cassino a presentare mercoledì scorso una denuncia al commissariato di polizia della Città Martire per abuso di potere e sottrazione di minori.

Per capire tocca fare un passo indietro. Nel 2017, a causa delle precarie condizioni di salute della sorella affetta da una malattia psichiatrica, la signora si era fatta carico di crescere le due figliolette. Il tribunale dei Minorenni di Roma aveva disposto l’affido temporaneo. Anche il padre, che per vari motivi non poteva essere presente nella vita della due figlie, aveva accordato quell’affido. Da quel momento la zia materna si è dedicata insieme al suo compagno anima e corpo alle sue nipotine seguendole negli studi e cercando di dare loro una infanzia serena, in un ambiente socio-culturale adeguato. La zia è laureata in giurisprudenza. Tutto sembrava scorrere nei migliore dei modi. Poi la donna è stata informata dalle assistenti sociali che le bambine avrebbero dovuto riprendere i contatti con i genitori attraverso degli incontri protetti.

La signora temendo che questi incontri potessero turbare le ragazzine aveva chiesto di sentire il parere di un consulente specializzato. Ma sempre secondo quanto riferito dalla denunciante, la sua richiesta non è stata accolta.

E veniamo a due giorni fa quando la signora è stata convocata presso l’ufficio dei servizi sociali di un Comune del Cassinate. Le bambine sono state prese in carico da una delle assistenti. La signora pensava che si trattasse di un incontro con il padre, ma quando è tornata a riprenderle, le nipoti non c’erano più: erano state accompagnate in una casa famiglia.

A quel punto la donna si è rivolta all’avvocato Pasqualino Miraglia il quale ha presentato una istanza al tribunale dei minorenni. «È sconvolgente – ha scritto l’avvocato - quanto accaduto presso gli uffici del servizio sociale che con la scusa della ripresa degli incontri genitori figli convocava la mia cliente per applicare un provvedimento che riteniamo illegittimo».

Simili provvedimenti vengono adottati quando i minori vivono in una situazione di estremo pericolo. «Ma non è certo il caso della mia assistita che fino ad oggi si è sempre occupata dalle nipotine con amore e dedizione», prosegue il legale. Al momento il legale è in attesa che il tribunale dei minorenni revochi tale disposizione.

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Il Messaggero