Moschea aperta alla donne musulmane, la scelta dell'associazione Ettawba

Moschea aperta alla donne musulmane, la scelta dell'associazione Ettawba
Integrazione e diritto ad esercitare, nel solco del principio di laicità dello Stato garantito dalla Costituzione, il proprio credo religioso. Un binomio che spesso,...

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Integrazione e diritto ad esercitare, nel solco del principio di laicità dello Stato garantito dalla Costituzione, il proprio credo religioso. Un binomio che spesso, però, viene a mancare per mille ragioni, ma non è il caso della comunità Islamica del Sud Lazio che, domenica scorsa si è ritrovata nella sede dell'associazione "Ettawba" (tradotto significa pentimento) con sede in via Molino a Pontecorvo. L'iniziativa è stata organizzata dal giovane presidente dell'associazione musulmana Tahir Mounassir, classe 95 nato a Frosinone.

LE INIZIATIVE

«Per la prima volta abbiamo aperto la nostra sede, che è anche e soprattutto luogo di preghiera, alle donne. Un gesto unico se si considera che per loro, fino a poco tempo fa, non c'era posto nel luogo di preghiera. Un'apertura per dare piena attuazione al diritto delle donne di pregare in un luogo comune, esattamente come avviene per gli uomini», ha spiegato il presidente Mounassir.
Lui, tra i più giovani fondatori, presenti in Italia, di luoghi di culto e di condivisione della cultura musulmana, è figlio di marocchini che vivono a Pontecorvo ormai da quarant'anni, conosce la cultura araba, ma anche quella occidentale.
Con la sua famiglia vive da sempre nella cittadina fluviale, comunità a forte vocazione cattolica, a tal proposito come non ricordare il cardinale Benedetto Aloisi Masella, camerlengo nel 1958. Ma, evidentemente, Pontecorvo è anche luogo di accoglienza e di integrazione, sociale e culturale.

LE LEZIONI

«Nella sede della nostra associazione facciamo lezioni di arabo, per dare a tutti la possibilità di imparare la nostra lingua, ma allo stesso tempo viene anche insegnata la lingua italiana. Ciò per dare la perfetta integrazione linguistica e, di conseguenza, dare a tutti la possibilità di intrecciare relazioni sociali e culturali sul territorio.
La sede è stata aperta a febbraio scorso, quando alla cerimonia partecipò anche la locale comunità religiosa e civile, con don Eric Di Camillo e l'amministrazione comunale con il sindaco Anselmo Rotondo. L'idea di dare ai musulmani un luogo di incontro, dialogo e preghiera è nata dall'esigenza legata alla massiccia presenza sul territorio di musulmani», ha aggiunto. Ma non solo preghiera e lezioni di lingue, anche dibattiti sull'attualità sui conflitti in atto in varie parti del mondo, l'ultimo in Israele. Sul punto Tahir Mounassir è chiaro: «La moschea di Pontecorvo è dalla parte dei civili che subiscono attacchi ingiusti. Un bambino che muore è una vita spazzata, al di della religione e di altri credi». Alla cerimonia di domenica scorsa era presente il vice sindaco Annagrazia Longo.

«La partecipazione all'iniziativa è stata un chiaro segnale di apertura all'integrazione. Pontecorvo è un paese saldamente cattolico, ma allo stesso tempo ha dato comprovato esempio di accoglienza. L'apertura del centro per la diffusione della cultura islamica di via Molino alle donne è un fatto positivo. Ne prendiamo atto», è stato il commento del vice sindaco Longo.
Vincenzo Caramadre
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Il Messaggero