Morte sospetta in ospedale, in otto dal giudice

Il tribunale di Frosinone
Morte sospetta all’ospedale, al via l’udienza preliminare per sei medici e due infermieri dell’ospedale di Alatri. Mercoledì davanti al gup dovranno...

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Morte sospetta all’ospedale, al via l’udienza preliminare per sei medici e due infermieri dell’ospedale di Alatri. Mercoledì davanti al gup dovranno comparire i medici del reparto di Medicina Generale Enzo Vari, Paolo Emilio Divera, Marco Spaziani, Maria Tecla Pecci, Raffaele Palmieri, Gabriele Neroni e gli infermieri Massimo Calicchia e Andrea Terenzi. 

Debbono rispondere a vario titolo dell’ipotesi di reato di omicidio colposo, neglienza, imprudenza ed imperizia. 
LA STORIA
La vicenda risale al dicembre del 2016 quando Roberto Astolfi, 62 anni, muore all’ospedale di Alatri. Tutto era iniziato alcuni mesi prima, quando l’uomo che si trovava in una casa di cura per problemi psichici, inizia a perdere peso. Nel giro di poco tempo l’uomo aveva perso 20 chili. I familiari preoccupati per il suo stato di salute chiedono alla direzione della struttura psichiatrica di far ricoverare l’uomo presso l’ospedale di Alatri. Quel deperimento organico così repentino aveva impensierito i parenti che lo avevano accompagnato al San Benedetto di Alatri. I sanitari del nosocomio che lo tenevano in cura gli avevano diagnosticato una forte anemia. Così il paziente, oltre ad assumere dei farmaci, aveva iniziato a seguire anche una dieta mirata per riprendere peso. 
Quando il quadro clinico è stato soddisfacente Roberto Astolfi era stato dimesso e riaccompagnato nella casa di cura dove si trovava ospite da tempo. Purtroppo però dopo qualche giorno l’uomo è stato colto di nuovo da malore. Vedendo che aveva difficoltà a respirare e a deambulare, la dirigenza della casa psichiatrica aveva deciso di trasportarlo ancora una volta in ospedale. Ma il paziente che era entrato in coma soporoso, dal ricovero è sopravvissuto soltanto tre giorni.
I familiari sospettando un caso di malasanità e, tramite il loro legale di fiducia Enrico Pavia, hanno presentato una denuncia alla procura. L’avvocato proprio per dissipare ogni dubbio aveva chiesto la riesumazione della salma al fine di effettuare l’esame autoptico. E proprio da questo esame era emerso che il 62enne era deceduto a causa di una ulcera gastrica perforante. Una patologia che secondo l’avvocato Pavia poteva essere curata se fosse stata diagnosticata per tempo. 
Da qui l’iscrizione sul registro degli indagati dei sei medici e dei due infermieri accusati di non aver correttamente inquadrato la patologia gastrica di cui era affetto il paziente. Gli indagati hanno respinto fermamente tutte le accuse e sono decisi di poter dimostrare nelle opportune sede la loro estraneità ai fatti che gli sono stati contestati.

Nel collegio difensivo Eugenia De Cesaris, Marco Antonio Ottaviani, Marco Proia e Cinzia Stirpe. I familiari della vittima tramite l’avvocato Pavia si sono costituiti parte civile. 
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Il Messaggero