Morì carbonizzato nel camion, chiesto il processo per il datore di lavoro

Morì carbonizzato nel camion, chiesto il processo per il datore di lavoro
Camionista sessantenne di Frosinone morto carbonizzato lungo la strada di Civitavecchia mentre con il suo mezzo pesante stava trasportando un carico di legname, chiesto il rinvio...

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Camionista sessantenne di Frosinone morto carbonizzato lungo la strada di Civitavecchia mentre con il suo mezzo pesante stava trasportando un carico di legname, chiesto il rinvio a giudizio per il datore di lavoro un trentenne di Ferentino nonché rappresentante legale della società per la quale lavorava.


L'udienza preliminare è stata fissata per il 5 ottobre presso il Tribunale di Civitavecchia per competenza.
LA RICOSTRUZIONE
I fatti risalgono al 18 giugno dello scorso anno quando Giuseppe Maggi il camionista che stava transitando con un autocarro lungo quella arteria, è stato attinto improvvisamente dalle fiamme prodotte dallo sbandamento e dal ribaltamento del tir che trasportava legname. Secondo quanto stabilito dai consulenti che hanno effettuato la perizia cinematica, l'afflosciamento dello pneumatico posteriore destro avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo che si è andato a schiantare contro un palo. E proprio quella collisione avrebbe fatto scaturire l'incendio. L'uomo rimasto imprigionato nell'abitacolo è morto carbonizzato. A nulla sono serviti i soccorsi . I vigili del fuoco della capitale hanno estratto il corpo senza vita dell'uomo incastrato tra le lamiere contorte del mezzo pesante. A seguito di questo decesso la procura ha aperto un inchiesta. A conclusione delle indagini il pubblico ministero ha ravvisato nei confronti del dell'indagato e della Società Cri Par srl di Ferentino, che come già accennato commercia legnami, imprudenza, negligenza e imperizia.

Secondo le accuse sarebbe stato omesso di predisporre nel documento di valutazione i rischi relativi al processo lavorativo. E proprio questa omissione avrebbe cagionato il drammatico incidente . Per non parlare del fatto che l'autocarro prima di intraprendere quel viaggio avrebbe dovuto essere sottoposto ad una accurata revisione. Ciò sta a significare che il titolare dell'azienda non avrebbe predisposto le opportune accortezze per evitare eventuali incidenti sul lavoro così come disposto dalla legge 626 emanata proprio per arginare le numerose morti bianche sui posti di lavoro. L'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Il datore di lavoro e la stessa società verranno rappresentati dall' avvocato Antonio Ceccani. La moglie della vittima, che ha perso il coniuge mentre stava effettuando un viaggio di lavoro, si è costituita parte civile tramite l'avvocato Alfredo Frasca. Spetterà adesso all'avvocato Ceccani dimostrare l'estraneità dei suoi assistiti ai fatti che sono stati loro contestati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero