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L'associazione è portata avanti da Goffredo Todini (grafico pubblicitario), Marco Cinelli (agronomo), Dario Celano (sociologo), Giulia Mangoni (pittrice), Marco Fiore (imprenditore) e dall'energica collaboratrice Maria Rita Altobelli.
LA MISSIONE
L'associazione è presieduta da Roberto Dalia, di professione bancario da 27anni.
«Ci occupiamo del recupero della biodiversità agraria laziale, uno degli animali di cui ci prendiamo cura è la pecora quadricorna. Questa specie rischia di scomparire. Quando, 12 anni fa, abbiamo capito la rischiosità per questa razza erano rimasti sette animali in provincia di Frosinone. Adesso, grazie alla tutela e all'allevamento costante, siamo arrivati a una sessantina di capi». Un progetto, quello dell'associazione "Il Gallo Larino" preceduto da una ricerca del veterinario Cesare Veloccia e la conseguente individuazione della particolare razza in un allevamento di Picinisco.
Quota 100 è il numero minimo di capi affinché una specie possa dirsi lontana dal pericolo estinzione. «Raggiungere la quota di 100 capi ci darà la serenità di poter diffondere ad altri allevatori coscienziosi esemplari di pecora Quadricorna con cui sviluppare attività imprenditoriali e magari creare economie virtuose legate a questo fantastico animale», spiegano dall'associazione.
LE ORIGINI
Roberto assieme alla sua associazione, gira ed è presente in ogni appuntamento fieristico, l'ultimo in Ciociaria è stato a Pontecorvo (Prima fiera agricola del Basso Lazio) dove ha illustrato le origini della razza presente nel manuale Hoepli di Zootecnia risalente al 1905.Oltre ai capi presenti in Ciociaria ne esistono altri pochissimi in Francia e negli Stati Uniti. Tutte originarie dello stesso ceppo dall'ovino di Siria. Un tempo la razza era diffusa sull'Appennino centrale, ma i pastori consideravano le quattro corna una malformazione, per cui venne man mano esclusa. I successivi studi hanno dimostrato, invece, il grande pregio del latte e della carne. «Oggi - dice Dalia - qualche capo in Italia è stato registrato in un allevamento del salernitano per una questione genetica». Ma c'è anche l'Asino nero dei Monti Lepini che rischia di venire escluso dalle specie autoctone. L'associazione si appella per questa razza: «Siamo alla ricerca di materiale che ne attesti la presenza nella nostra area. Se disponi di testimonianze al riguardo contattaci, contribuirai al futuro del nostro territorio». Non meno affascinate la gallina Ancona, diffusa anticamente nell'area dell'ex Stato Pontificio, scelta con astuzia dai contadini per la qualità delle sue uova e le sue capacità mimetiche ed evitare di finire nelle mani di proprietari terrieri. L'associazione l'alleva e porta avanti la razza.
Vincenzo Caramadre
vincenzo.caramadre@ilmessaggero.it
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Il Messaggero