Serena Mollicone, carabiniere minacciato di morte a pochi giorni dal processo

Ancora un giallo, ancora un mistero attorno al caso di Serena Mollicone. A poco più di 10 giorni dall'apertura dell'udienza preliminare nei confronti dei 5 indagati...

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Ancora un giallo, ancora un mistero attorno al caso di Serena Mollicone. A poco più di 10 giorni dall'apertura dell'udienza preliminare nei confronti dei 5 indagati per la morte della 18enne, è apparsa una scritta con un'esplicita minaccia di morte rivolta ad uno degli investigatori che si è occupato, per lungo tempo, delle indagini sul giallo di Arce. «Morte Presto», a caratteri cubitali, con il nome dell'investigatore. Questa la scritta apparsa il 31 ottobre scorso sotto il ponte di un cavalcavia dell'autostrada del Sole tra i caselli di Cassino e Pontecorvo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale, diretti dal colonnello Fabio Cagnazzo, i quali hanno eseguito i rilievi e avviato le indagini.


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Fonti investigative hanno chiarito che le indagini sono state avviate e «si concentrano sull'attività istituzionale svolta dal militare». Vista la delicatezza del caso, anche se la scritta, ora rimossa, non è passata inosservata a quanti nelle scorse ore hanno attraversato le corsie dell'autostrada del Sole, c'è il massimo riserbo la attenzione per capire se quella scritta è ricollegata alle attività investigative svolte e se, in particolare, è collegata al caso Mollicone. Potrebbe anche non esserci collegamento con il giallo di Arce, ma il dato storico incontrovertibile è che il carabiniere si è occupato attivamente del caso Mollicone.

TANTI INTERROGATIVI

Tante, quindi, sono le domande che ora si pongono gli uomini del colonnello Fabio Cagnazzo. Perché la scritta è apparsa proprio sotto al cavalcavia dell'autostrada? Perché proprio ora, a pochi giorni dall'avvio dell'udienza preliminare, sul giallo di Arce? Perché proprio il militare, stimato dall'autorità giudiziaria e molto preparato, è finito al centro di una minaccia così plateale? Tutte domande alle quali occorrerà dare risposte. L'unica certezza, facilmente intuibile, al momento è che, chi ha scritto con la vernice rossa quella frase, aveva tutto l'interesse affinché arrivasse al diretto interessato e all'Arma dei Carabinieri. Ma anche soprattutto alle migliaia di persone che percorrono l'autostrada, se si fosse tratto di una ragazzata non sarebbe stata scritta lungo le corsie dell'A1 Roma-Napoli.
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Il Messaggero