«Sei troppo nera», marito costringe moglie africana a usare crema “sbiancante”: chiesti due anni e mezzo

Si vergognava della pelle scura della donna originaria del Congo: sentenza prevista il 20 marzo

Condanna a due anni e sei mesi di reclusione. È quella chiesta dal pubblico ministero al processo nei confronti di un cinquantenne originario dell’Africa ma residente...

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Condanna a due anni e sei mesi di reclusione. È quella chiesta dal pubblico ministero al processo nei confronti di un cinquantenne originario dell’Africa ma residente a Ferentino che costringeva la ex moglie a usare creme “sbiancanti” per il viso. Motivo? Si vergognava che lei fosse così nera, in quanto originaria del Congo. La sentenza è prevista per il 20 marzo. La donna, dopo anni di ingiurie, violenze, minacce ha deciso di separarsi.

Una storia andata avanti per oltre 10 anni fino al 2021. Secondo le accuse, la donna che all’epoca dei fatti aveva 25 anni, aveva conosciuto quello che sarebbe diventato suo marito diversi anni prima. Lui arrivò subito in Italia trovando lavoro in una impresa edile della zona come operaio. Lei arrivò qualche anno più tardi. Da fidanzati, la ragazza avrebbe già subito le ingiurie dell’uomo che, appunto, la costringeva ad usare la crema sbiancante per il viso. Inoltre stando alle accuse, con la denuncia presentata ai carabinieri che a loro volta hanno avviato le indagini per maltrattamenti in famiglia con deferimento alla Procura di Frosinone, la accusava di essere troppo grassa e brutta costringendola anche a fare una dieta.

L’uomo, difeso dall’avvocato Mario Cellitti, secondo l’accusa usava violenza contro la donna anche in presenza del figlio minorenne della coppia. Calci e pugni e maltrattamenti con l’operaio che costringeva l’ex moglie anche ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. A convincere la ragazza a denunciare il tutto ai carabinieri sarebbe stata una sua amica che aveva notato dei lividi sul corpo ed uno stato di ansia della giovane africana in presenza dell’ex marito. Una brutta storia di cui è venuta a conoscenza la cittadinanza grazie al racconto della donna sempre più impaurita dalla violenza inaudita dell’uomo.
 

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Il Messaggero