La donna di Ferentino, avvelenata dalla Amanita phalloides ha un fegato nuovo. M.D.M, 65 anni, è stata trapiantata d'urgenza. La 65enne giovedì scorso, insieme...
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I coniugi vivono in una zona periferica di Ferentino. Giovedì l'anziano ha approfittato della bella giornata per fare due passi in cerca di funghi. Ne ha raccolti un cestino. Contento è tornato a casa ed ha chiesto alla moglie di cucinarli per cena. Erano invitanti. Sembravano ovuli, invece erano Amanita phalloides, una specie velenosa. Un fungo che inganna gli occhi dei meno esperti e spesso uccide.
Dopo poco dall'ingestione, infatti, la coppia ha iniziato ad accusare dolori lancinanti allo stomaco, dissenteria, vomito e pallore.
UNA NOTTE D'INFERNO
I coniugi hanno trascorso una notte da inferno. La mattina di venerdì, alle sei, la decisione di recarsi all'ospedale di Frosinone. I medici hanno subito capito che si trattava di avvelenamento. Dal pronto soccorso è stato subito avviato il protocollo, sottoponendo i due pazienti a fleboclisi con farmaci specifici per l'intossicazione. Quindi gli specialisti hanno optato per il trasferimento dei coniugi al centro trapianti di Roma. Nei casi di avvelenamento, infatti, il quadro epatico spesso degenera nell'arco di 48 ore. C'è bisogno del trapianto e se non si è pronti, se non ci si trova in strutture attrezzare, si muore. La buona sanità è iniziata dall'ospedale di Frosinone. I medici hanno avuto la prontezza di capire la gravità e di chiedere il trasferimento d'urgenza in elicottero a Roma.
M.D.M. ora è tornata a vivere grazie ad un fegato nuovo. Un trapianto indispensabile per azzerare le transaminasi schizzate a seimila.
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Il Messaggero