«Mio marito morto dopo un incidente sul lavoro: s'indaghi», la denuncia di una donna in Procura

«Mio marito morto dopo un incidente sul lavoro: s'indaghi», la denuncia di una donna in Procura
Muore dopo 20 giorni di agonia, i parenti presentano denuncia in Procura ipotizzando un incidente sul lavoro. È la storia che ha visto protagonista un uomo di 55 anni di...

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Muore dopo 20 giorni di agonia, i parenti presentano denuncia in Procura ipotizzando un incidente sul lavoro. È la storia che ha visto protagonista un uomo di 55 anni di origini ucraine, Bohdan Baskevych, da anni residente a Pontecorvo. Una morte tutta da chiarire perché nella denuncia arrivata negli uffici della magistratura inquirente di piazza Labriola c'è, esplicitamente, l'ipotesi di un omicidio colposo che sarebbe avvenuto in un cantiere edile di Pontecorvo. Dunque la famiglia ritiene ci sia stato un incidente sul lavoro.


Tutto inizia il 9 marzo scorso quando l'uomo esce di casa per andare a lavoro, una giornata come tante ma che non finirà come di consueto. Dopo alcune ore, infatti, i familiari vengono chiamati e informati del trasporto in ospedale dell'uomo. Viene riferito loro che è rimasto vittima di una caduta accidentale.
IL RICOVERO
Una volta visitato gli vengono diagnosticate ferite multiple su diverse parti del corpo. Nel frattempo passa qualche settimana e le sue condizioni si aggravano tanto da richiedere il trasferimento all'ospedale Gemelli di Roma, dove rimane per due settimane, tempo in cui viene sottoposto a due delicati interventi chirurgici. L'epilogo il 30 marzo scorso, quando le sue condizioni precipitano e poche ore dopo muore.
Una settimana dopo la moglie si rivolge all'avvocato Gabriele Picano per decidere il da farsi. Viene redatta una denuncia, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, chè stata trasmessa il 5 aprile all'ufficio primi atti della Procura della Repubblica.
IL RACCONTO

La donna, in pratica, nella denuncia racconta che il compagno sia caduto da un'altezza di sette metri, mentre era su un'autoscala e poi accompagnato in ospedale da alcuni compagni di lavoro, temendo di perdere il posto, ha dichiarato di essere caduto a casa, riconducendo il tutto ad un incidente domestico. Ecco perché i sanitari in servizio al pronto soccorso di Cassino non avrebbero attivato gli ispettori del lavoro. Ora la famiglia, tramite il suo legale, si pone molteplici interrogativi. Su tutte: perché non è stato chiamato il 118? E' stato perso del tempo nei soccorsi? A queste e ad altre domande darà una risposta la procura di Cassino che, con ogni probabilità, acquisirà le cartelle cliniche e ascolterà i testimoni.
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Il Messaggero