Minacciava la moglie anche con il fucile, davanti al figlio disabile: indagato operaio

Calci, pugni, persino la minaccia con un fucile e alla fine il coraggio per ribellarsi alla violenza del marito gliel'ha data il figlio disabile. È la storia di una...

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Calci, pugni, persino la minaccia con un fucile e alla fine il coraggio per ribellarsi alla violenza del marito gliel'ha data il figlio disabile. È la storia di una casalinga di 45 anni di Veroli. Madre di due figli, di cui uno disabile al 100%, per loro aveva annullato la propria vita e sopportato per anni i maltrattamenti del coniuge, un operaio di 55 anni, in quale arrivato addirittura a puntarle contro un'arma per farle mettere paura.

Ma un giorno proprio una frase del bimbo disabile l'aveva profondamente scossa come non mai. Il ragazzino le aveva fatto notare che quel rapporto di sudditanza che il padre aveva creato in famiglia lo angosciava. Un rapporto fatto di prevaricazioni e lui non riusciva più ad accettare che la sua mamma venisse ogni giorno insultata e picchiata da quel padre padrone. Lui le aveva detto, che non era in grado data la sua disabilità di difenderla, quindi aveva bisogno di una mamma coraggiosa e combattiva. Parole che hanno scosso la donna, spingendola a mettere fine ala spirale di violenza.

LA DENUNCIA

La donna si è rivolta al centro antiviolenza "Spazio ascolto Osa " di Frosinone e tramite l'avvocato Sonia Sirizzotti ha iniziato la sua battaglia per ritornare a vivere, ma soprattutto per riappropriarsi della sua dignità.

L'ultima volta che il marito l'aveva picchiata, l'aveva presa per il collo e poi trascinata vicino alla macchina del gas dove si trovava una pentola di acqua bollente. Sentiva il calore di quella pentola attaccato al suo viso. Aveva chiuso gli occhi. Sapeva che da lì a qualche minuto sarebbe rimasta ustionata perché le intenzioni del marito erano quelle di gettargliela in faccia. E se tale condotta non era andata in porto Elena deve ringraziare il figlio più grande che arrivato all'improvviso aveva cominciato ad urlare. Ormai le botte e gli insulti facevano parte della sua quotidianità. Quando è riuscita finalmente a scappare da quella casa insieme ai suoi due figli, la 45enne per la prima volta aveva cominciato ad assaporare il significato della libertà. L'avvocato Sirizzotti che l'ha supportata fin dai primi momenti, ha subito fatto scattare la denuncia nei confronti del coniuge per il reato di maltrattamenti in famiglia, aggravato dall'uso delle armi e dalla presenza di due minori, uno dei quali disabile al cento per cento.

INCHIESTA CHIUSA

Nei giorni scorsi la Procura di Frosinone ha chiuso le indagini Intanto la donna sta cercando di riappropriarsi della sua vita. Le operatrici del centro antiviolenza la stanno aiutando anche a trovare un lavoro. È tornata a anche a specchiarsi. Non ricorda quando lo aveva fatto l'ultima volta. Il marito non voleva e quando sorprendeva la moglie a guardarsi allo specchio, la trattava come una poco di buono.
L'avvocato Sonia Sirizzotti che da anni combatte, ricorda che l'unico modo per arginare un rapporto tossico e malato è quello di denunciare rivolgendosi a strutture idonee.

 

 


Marina Mingarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero