Maltrattamenti in famiglia, insegnante a processo

Maltrattamenti in famiglia, insegnante a processo
Lei e la figlia si erano dovute nascondere in una casa rifugio, ma lui anche il quel caso aveva tentato di rintracciarle regalando uno smartphone alla ragazza con la...

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Lei e la figlia si erano dovute nascondere in una casa rifugio, ma lui anche il quel caso aveva tentato di rintracciarle regalando uno smartphone alla ragazza con la localizzazione a distanza attivata. Ora per l'uomo, un insegnante di 60 anni di Alatri, è arrivato il momento del processo. Il giudice lo ha rinviato a giudizio e dovrà comparire in aula per la prima udienza il prossimo 14 febbraio.


Le violenze ai danni della ex moglie, da cui aveva avuto una figlia all'epoca dei fatti tredicenne, sono andati avanti per anni.

Aggressioni fisiche e verbali, anche davanti alla figlia. La donna, più giovane del marito, ma non avendo un lavoro non avrebbe saputo come cavarsela con la figlia. Col tempo però la situazione è degenerata. A maggio del 2020 l'ennesima aggressione. Il sessantenne aveva percosso la donna con calci e strattoni causandole. E dopo aver picchiata, aveva anche preteso che soddisfacesse le sue voglie sessuali. Guai a non assecondare le sue richieste. Non le avrebbe dato i soldi per fare la spesa. ava i soldi per fare la spesa . La casalinga succube del marito era costretta a fare quello che diceva lui se non voleva far morire di fame la figlia. La donna, in qualche caso, aveva provato anche a rivolgersi alle forze dell'ordine, ma l'uomo di rimando sosteneva che la coniuge affetta da problemi psicologici fosse bisognosa di cure. Ogni giorno la malcapitata non faceva altro che sentirsi dire che era una donna che non valeva nulla e non faceva niente dalla mattina alla sera. E per timore che la moglie potesse raccontare fuori dalle mura domestiche quello che accadeva in quella casa le impediva di frequentare parenti ed amici.

Quando però le aveva impedito di utilizzare la lavatrice e la corrente, la donna si era allontanata di casa insieme alla figlia minorenne. È stato a quel punto che ha chiesto aiuto al centro antiviolenza Spazio ascolto Osa di Frosinone. L'avvocato Sonia Sirizzotti si è subito attivata per collocare mamma e figlia in un rifugio protetto. L'insegnante aveva continuato a diffamare e denigrare la moglie anche dopo che se ne era andata di casa. Sui social scriveva che la coniuge era una pazza che aveva bisogno di un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Per poter rintracciare la figlia le aveva regalato un cellulare con la localizzazione attivata. Un comportamento che ha preoccupato non poco la vittima che ha temuto di poter essere ritrovata da quell'uomo che per tanti anni l'aveva fatta soltanto soffrire. 

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Il Messaggero