Sora, Castello di San Casto: così si punta a farlo rinascere

Sora, Castello di San Casto: così si punta a farlo rinascere
  La città di Sora vuole recuperare uno dei suoi simboli: il Castello. Prosegue a passo spedito l'iter per l'istituzione del Monumento Naturale "Rocca...

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La città di Sora vuole recuperare uno dei suoi simboli: il Castello. Prosegue a passo spedito l'iter per l'istituzione del Monumento Naturale "Rocca Sorella - Castello di San Casto", avviato lo scorso anno dall'amministrazione comunale. Magnificenza architettonica e costruzione di alto pregio paesaggistico è stata oggetto di un sopralluogo nella giornata di giovedì quando dalla capitale sono giunti a Sora, per la Direzione Capitale Naturale Parchi e Aree Protette, Area Tutela e Valorizzazione dei Paesaggi Naturali e della Geodiversitá, il Dirigente Diego Mantero, il Funzionario Rossella Ongaretto e gli assistenti Tecnici il Geologo Maurizio Testardi e il Naturalista Domenico Serafini.I funzionari regionali sono stati accolti dal Sindaco Roberto De Donatis, dal Dirigente Comunale Pio Porretta e dal Prof. Lucio Meglio, presidente del Cai.

L'obiettivo è di realizzare uno scenografico progetto illuminotecnico che renderà Rocca Sorella il punto focale di tutte le valli anche nelle ore notturne e migliorare tutta la sentieristica, per offrire una possibilità di accesso ottimale modulata in base alle diverse capacità motorie dei visitatori. La roccaforte domina la città da secoli, nata per scopi difensivi, ha sempre colpito per la sua posizione strategica. Conosciuto anche con il nome di Rocca Sorella, è uno degli esempi di maggior prestigio di architettura militare e difensiva del Basso Lazio e meta escursionistica riconosciuta dal Club Alpino Italiano, nonostante il grave stato di incuria in cui versa da tempo. Purtroppo negli anni, numerose sono state le segnalazioni e le richieste di intervento. Molti massi sono caduti a terra, arbusti sono cresciuti nella cinta muraria rendendo instabile la struttura. Il progetto di riqualificazione è articolato ed i finanziamenti regionali saranno finalizzati proprio al risanamento conservativo, al taglio delle piante non autoctone, ovvero gli abeti messi a dimora negli anni ’50, per creare una fascia tagliafuoco che, oltre ad evitare pericolosissimi incendi, possa rendere visibile la bellezza del castello da ogni angolazione.

La notizia dell’istituzione del monumento naturale ha attivato una vera e propria campagna di sensibilizzazione non solo nella città con la creazione anche di una pagina Instagram “castellosora365” che mostra ai follower il Castello, fornendo informazioni e piccole curiosità storiche sulla roccaforte. "I funzionari hanno ammirato le bellezze archeologiche e naturali presenti sul colle - ha spiegato Lucio Meglio presidente del Cai e ideatore del progetto di archeotrekking realizzato proprio dalla sezione locale del club alpino- . Siamo favorevoli a qualsivoglia iniziativa finalizzata al recupero ed alla valorizzazione dell'intero colle nel rispetto dei vincoli naturali ed ambientali. Il monumento naturale potrebbe essere una buona opportunità per acceder a finanziamenti sovraregionali attraverso i quali programmare interventi sostenibili di recupero. Il Cai è vicino a tutte le proposte sia pubbliche che di varie associazioni finalizzate al rilancio di San Casto".

Nel Lazio sono 70 i Monumenti naturali. Con San Casto, Sora potrebbe entrare, quindi, in un sistema culturale qualificato, in una rete che mette al centro il patrimonio storico locale. "I funzionari sono rimasti favorevolmente colpiti. Si tratta davvero di un bene da promuovere, valorizzare e curare - ha detto il sindaco De Donatis -. Tra qualche giorno, avremo concreti riscontri della Regione che ringraziamo per la sensibilità dimostrata".

Ro. Pu.

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Il Messaggero