Frosinone, oggi la Provincia compie 96 anni: cerimonia tra amarcord e aneddoti. L'emozione di Pompeo

Frosinone, oggi la Provincia compie 96 anni: cerimonia tra amarcord e aneddoti. L'emozione di Pompeo
Erano territori confinanti, ma profondamente differenti. Facevano parte di due Stati diversi. La fetta che si estende da Ceprano (con l'enclave di Pontecorvo) fino alla parte...

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Erano territori confinanti, ma profondamente differenti. Facevano parte di due Stati diversi. La fetta che si estende da Ceprano (con l'enclave di Pontecorvo) fino alla parte settentrionale del Frusinate era governata dalla Chiesa, dal Papa; quella che si sviluppa da Arce fino al Cassinate, passando per Sora e la Val di Comino, rientrava nel Regno amministrato dai Borbone. Oggi, lungo quella che nell'Ottocento era la linea di confine, spiccano gli antichi cippi di pietra, in alcuni casi restaurati e ricollocati.

Era un'altra epoca, un'altra storia, ancora cara a tanti studiosi locali che hanno condotto ricerche e dato alle stampe volumi. Già, proprio la storia nei secoli ha segnato il passo: tra restaurazioni, divisioni e unificazioni è cambiato anche l'assetto geografico. E così, a 65 anni di distanza dall'Unità d'Italia, anche Frosinone è stata elevata a provincia. Era il dicembre del 1926, il periodo del Ventennio. Da allora sono passati 96 anni e oggi ricorre l'anniversario, una data storica per l'ente sovracomunale con sede nel capoluogo.

E' il 6 dicembre del 1926 quando il Consiglio dei ministri vara il provvedimento che individua 17 nuove province, tra cui quella di Frosinone. Ad ogni modo l’istituzione formale è contenuta nel regio decreto legge di qualche settimana dopo, il numero 1 del 2 gennaio 1927. La Provincia di Frosinone nasce dall'unione di due territori: la Ciociaria, appartenuta per secoli allo Stato della Chiesa, e la Terra di Lavoro, che, prima dell'Unità d'Italia, ricadeva nel Regno delle Due Sicilie.

La grande e importante novità imponeva di dotarsi di una sede. Un passo fondamentale. Gli uffici della Provincia in un primo momento vengono ospitati nel palazzo della Prefettura, poi, dal febbraio 1928, nel palazzo Molella (in corso della Repubblica). Passano cinque anni e nel 1933 viene completata la costruzione dell'attuale e imponente edificio in stile neoclassico di piazza Gramsci, sorto sull'area dell'allora stazione delle ferrovie elettriche Frosinone-Fiuggi-Roma. La firma della progettazione del suggestivo palazzo è quella dell'architetto Giovanni Jacobucci.

Oggi, dunque, per festeggiare i 96 anni di vita della Provincia di Frosinone, alle 17.30 è in programma una cerimonia nel salone posto al primo piano. A volerla è stato il presidente uscente Antonio Pompeo, da otto anni alla guida dell'ente e ora giunto al termine del doppio mandato. Per lui sarà una giornata carica di emozione. Sarà l'occasione per rivolgere il saluto e i ringraziamenti ai dipendenti e ai consiglieri provinciali che lo hanno affiancato nella prima e nella seconda legislatura.

Per l'occasione sarà anche presentato il volume “Dentro la storia, i Palazzi della Ciociaria”, che Pompeo “lascerà come dono simbolo all’istituzione Provincia”, in cui sono raccolti storia, immagini e aneddoti di palazzi e dimore dislocati su tutto il territorio provinciale. “Una speciale guida attraverso il glorioso passato di questa terra, ricca di letterati, politici e condottieri di imprese, che certamente non si esaurirà in un unico volume”.

«Celebriamo una data importante per il nostro territorio - ha commentato il presidente Pompeo - e soprattutto per un ente che, tra mille difficoltà e una legge penalizzante quale la 56/2014, ha saputo dimostrare di avere autorevolezza, centralità e dignità istituzionale. Un percorso, però, tutt’altro che concluso, anzi ancora più determinante ora che la Provincia svolge appieno - anche grazie alla preziosa opportunità rappresentata dal Pnrr - il ruolo di coordinamento come Casa dei Comuni. Il mio vuole essere un saluto e un ringraziamento all’intera struttura, a dirigenti, impiegati e operai che in questi otto anni mi hanno affiancato in quella che, con la Delrio, sembrava una missione impossibile: far battere forte il cuore della Provincia, rappresentare l’organo vivo di una popolazione laboriosa e fiera, essere il capofila di 91 realtà straordinarie, diverse, eppure tutte ugualmente importanti per l’architettura complessiva del territorio».

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Il Messaggero