Frosinone, addio alla "Zes" e primo passo in Parlamento per la strada bis dei benefici: la "Zls". Il Pd sprona la Regione

Frosinone, addio alla "Zes" e primo passo in Parlamento per la strada bis dei benefici: la "Zls". Il Pd sprona la Regione
  La strada bis per dare linfa al tessuto produttivo del Basso Lazio è stata tracciata. È quella che potrebbe prendere forma su spinta della Lega. Per ora...

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La strada bis per dare linfa al tessuto produttivo del Basso Lazio è stata tracciata. È quella che potrebbe prendere forma su spinta della Lega. Per ora c'è l'impegno assunto dal governo Meloni: imprenditori e associazioni di categoria attendono e sperano.

Sfumata la possibilità di essere ricomprese nella "Zes unica", la zona economica speciale in cui dal 2024 le imprese potranno beneficiare di agevolazioni fiscali e burocratiche, per la provincia di Frosinone e per quella di Latina la via alternativa per poter usufruire di condizioni favorevoli si chiama "Zls", zona logistica semplificata. In Parlamento, infatti, è stato compiuto il primo passo con l'approvazione dell'ordine del giorno presentato dai deputati Nicola Ottaviani e Giovanna Miele, di Latina. Ha ricevuto il via libera del governo e dell'aula di Montecitorio incassando il voto favorevole anche di alcune forze dell'opposizione, in particolare del Pd.

«Ci sono zone - ha detto Ottaviani intervenendo alla Camera in rappresentanza del gruppo della Lega - che sono rimaste fuori dalla Zes Sud. Stiamo parlando, ad esempio, delle province di Frosinone e di Latina, ma anche di quelle di Rieti e di Viterbo, che hanno una percentuale pari al 18 e al 20 per cento in meno rispetto alla retribuzione media per i lavoratori del privato». Tra le otto regioni ricomprese nella Zes unica ci sono anche le confinanti Molise, Abruzzo e Campania. Da qui i timori che si sono levati dalla Ciociaria sulla tenuta del livello di competitività e appetibilità del territorio sul piano degli investimenti: c'è anche chi, come la Federlazio, ha parlato di rischio delocalizzazione e deindustrializzazione.

La soluzione alternativa alla Zona economica speciale, dunque, è quella avanzata dalla Lega: la Zona logistica semplificata. La proposta è passata in aula con il governo che, spiegano dal partito, si è "impegnato ad assumere, in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ogni opportuna iniziativa, ove necessario anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori delle province di Latina e Frosinone, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendano insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una Zona logistica semplificata". Nell'ordine del giorno, inoltre, si legge anche che "le province di Latina e Frosinone figuravano storicamente tra le aree ammesse agli interventi agevolati dalla Cassa del Mezzogiorno». Il primo sì alla "Zls", dunque, è arrivato.

Sullo stesso fronte, intanto, si è attivato anche il Partito democratico. Lo ha fatto con la consigliera regionale Sara Battisti, che ha annunciato di aver protocollato una mozione in Consiglio, sottoscritta dai colleghi Ciarla, Leodori, Califano, Droghei, La Penna e Panunzi. Il testo depositato, spiega Battisti, “impegna il presidente della Regione, Francesco Rocca, e la giunta a promuovere e avviare celermente un’interlocuzione con il governo per il riconoscimento della Zona logistica semplificata del Tirreno centro-settentrionale”.

“Con una precedente deliberazione dell’amministrazione Zingaretti - aggiunge - è stata approvata la Zls del Tirreno centro-settentrionale, che collegherà le realtà portuali di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta con 29 comuni dell’entroterra laziale. Tra questi Colleferro, Rieti, Viterbo, Anagni, Cassino, Frosinone, Latina, Pomezia, Aprilia, Formia, Fondi. Tale intervento rientra nel piano di sviluppo strategico con l’intento di creare le condizioni favorevoli per l’attrazione di nuovi investimenti e contribuire alla competitività, alla crescita economica sostenibile e all’incremento occupazionale dell’intero cluster portuale e logistico laziale. Ora, dopo l’esclusione delle province laziali dalla Zes unica causa inerzia dei nostri rappresentanti in Parlamento di Lega e Fratelli d’Italia, auspico che si proceda velocemente al riconoscimento delle Zls per queste aree: un altro fallimento del governo Meloni rappresenterebbe un colpo mortale ai tessuti industriali del Lazio”. Ora non resta che attendere.

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Il Messaggero