Il tempio etrusco affiorato ad Alatri diventerà un museo multimediale

Il tempio etrusco affiorato ad Alatri diventerà un museo multimediale
Il tempio etrusco di Alatri, ricostruito ed ospitato presso il museo italico di Villa Giulia a Roma da fine Ottocento, verrà restaurato e diventerà un museo...

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Il tempio etrusco di Alatri, ricostruito ed ospitato presso il museo italico di Villa Giulia a Roma da fine Ottocento, verrà restaurato e diventerà un museo multimediale.

Si chiama la “macchina del tempio” il progetto innovativo del ministero dei Beni culturali e della Regione. I lavori sono appena iniziati, porteranno non solo alla rivalutazione di questo “unicum” di arte monumentale etrusca, ma anche alla creazione di un museo interattivo d’avanguardia. Non molti sanno che il tempio di Villa Giulia, infatti, è una riproduzione fedele del 1889 nata sulla scorta di un ritrovamento archeologico avvenuto pochi anni prima in località La Stazza, ad Alatri. Ma con il passare del tempo questo piccolo gioiello dell’architettura italica è finito nel dimenticatoio, tanto da diventare un magazzino chiuso al pubblico.

Il tempio di Alatri rappresenta una delle più antiche sperimentazioni di museo all’aperto a livello internazionale, fino ad oggi inspiegabilmente sottovalutato ma, da qualche giorno, è iniziato un intervento di revisione della copertura e restauro degli elementi decorativi del tempietto con ripristino delle condizioni di sicurezza. Così la struttura verrà trasformata in uno spazio interattivo digitale in cui il turista e lo studioso potranno vivere l’esperienza del racconto della storia come in un viaggio attraverso il tempo avvantaggiandosi della componente tecnologica che arricchisce la narrazione.

La storia di questo tempietto ha inizio nel 1882 quando l’ingegnere tedesco Bassel rinviene reperti etrusco-italici ad Alatri e, in una seconda campagna del 1889, Cozza e Winnefeld portano alla luce l’area del tempietto nella sua totalità. I reperti sono stati conservati per 126 anni nei magazzini di Villa Giulia fino a qualche anno fa quando, grazie ad un accordo tra la Soprintendenza e il Comune di Alatri, finalmente sono stati riconsegnati alla città e ora si trovano presso il museo civico di Alatri nel palazzo Gottifredo. A Roma, invece, è rimasta la fedele riproduzione.

 

 

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Il Messaggero