Lavoratori in nero con il reddito di cittadinanza, raffica di denunce della Finanza di Sora

Si preferisce lavorare in nero e continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Il dato emerge dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza nella città di Sora e...

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Si preferisce lavorare in nero e continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Il dato emerge dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza nella città di Sora e nei comuni limitrofi. I numeri parlano chiaro: su 19 controlli effettuati dall'inizio dell'anno, 17 sono coloro che sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e che dovranno restituire le somme incassate indebitamente. Nel 2021 erano stati 10 i controlli eseguiti a campione dai finanzieri della tenenza di Sora: di questi, otto sono stati coloro per i quali sono scattati i provvedimenti dell'autorità giudiziaria. La casistica è variegata.

Numerose sono le persone di origine straniera che hanno presentato la domanda all'Inps ed ottenuto il sussidio senza però avere i requisiti necessari ed in particolare almeno 10 anni di residenza in Italia. In un caso, un ventiduenne nigeriano che vive a Sora ha percepito il reddito dal novembre 2020 all'aprile del 2022 per complessivi 10.000 euro circa che ora dovrà restituire. Tante le dichiarazioni incomplete, molte quelle false. C'è chi, infatti, ha dichiarato di avere un reddito decisamente inferiore e quindi non veritiero, omettendo di riferire di possedere autovetture, ad esempio, oppure redditi omessi derivanti dalla vendita di terreni o abitazioni. In un caso il controllo è scattato dopo una verifica di uno scontrino all'interno di un esercizio commerciale.

Le Fiamme Gialle della tenenza di Sora hanno controllato la regolarità della posizione di impiego di una giovane che si trovava dietro la cassa ed è emerso che non aveva alcun tipo di contratto di lavoro e che anzi percepiva il reddito di cittadinanza di 700 euro. Stesso discorso per alcune badanti e collaboratrici domestiche che spesso chiedono di non essere messe in regola proprio per questo motivo, per poter continuare ad usufruire del beneficio economico. Ma è una truffa allo Stato e per questo più di qualcuno è finito nei guai. I redditi sono stati revocati ed ora dovranno restituire le somme percepite che ammontano a diverse migliaia di euro. Ci sono poi coloro che prendono il reddito senza che abbiano sospeso la partita Iva. È bastato fare dei semplici controlli all'anagrafe tributaria ed alle banche dati a disposizione per smascherarli.

 

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Il Messaggero