Investimento truffa con un finto prete, tre condanne

Investimento truffa con un finto prete, tre condanne
Tre condanne per una truffa da oltre duecentomila euro messa in atto da presunti promoter finanziari che erano riusciti a guadagnare la fiducia dei clienti millantando conoscenze...

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Tre condanne per una truffa da oltre duecentomila euro messa in atto da presunti promoter finanziari che erano riusciti a guadagnare la fiducia dei clienti millantando conoscenze nelle alte sfere della finanza, del clero e della politica. A far scattare la denuncia proprio uno dei clienti che aveva sborsato ingenti somme di denaro senza vedere il benché minimo guadagno. A seguito di tali fatti è scattata l'inchiesta che ha portato tutti e tre a processo per truffa in concorso.

Nella giornata di ieri presso il tribunale di Frosinone il giudice ha pronunciato al sentenza di condanna: un anno ed otto mesi Per Mario Natalizia di 45 anni residente a Frosinone, Un anno e sette mesi per Maurizio Moauro. di 60 anni e cinque mesi per Annamaria Sartini di 48 anni. Anche questi ultimi due risiedono nel capoluogo ciociaro.

I fatti risalgono al 2017 quando uno dei tre procacciatori di affari aveva contattato un cliente dicendo che grazie all'intervento di un alto prelato era riuscito a mandare in porto un investimento che avrebbe triplicato il denaro che aveva versato. Il cliente che aveva creduto a quelle parole aveva subito consegnato una ingente somma di denaro. Facendo leva poi sul fatto che fosse un uomo molto religioso il procacciatore gli aveva detto che sarebbe stato contattato telefonicamente da una persona molto influente nell'ambiente ecclesiastico.

E la telefonata del sedicente prelato era arrivata puntualmente. Fatto che aveva rassicurato il cliente sulla bontà dell'investimento. Trascorsi alcuni mesi però il guadagno promesso non c'era stato. A quel punto l'uomo aveva richiesto indietro la somma che aveva versato.

L'agente finanziario aveva cercato di tergiversare dicendogli che purtroppo ci voleva ancora del tempo perché l'investimento desse i suoi frutti. Ma vedendo che dall'altra parte il cliente non voleva sentire ragioni gli aveva consegnato due assegni. Ma quando quest'ultimo si è recato in banca per riscuotere i soldi, allo sportello gli hanno detto che gli assegni erano scoperti. Da qui la denuncia per il reato di truffa. E proprio a seguito delle indagini avviate dagli investigatori è venuta fuori la responsabilità di altre due persone che operavano in concorso con il procacciatore d'affari. Anche queste infatti erano riuscite a trovare altri clienti che con la scusa dell'investimento sicuro avevano fatto sborsare loro migliaia di euro. Tre le persone truffate che si sono costituite parte civile tramite gli avvocati Angelo Testa, Massimo Fichera e Antonio Perlini.

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Il Messaggero