Franco Fiorito può tornare a fare politica, ma lui assicura: «Tranquilli, continuerò a fare il contadino»

Franco Fiorito può tornare a fare politica, ma lui assicura: «Tranquilli, continuerò a fare il contadino»
Si è trattato solo di una formalità processuale, ma ora è scritto nero su bianco: Franco Fiorito, l'ex capogruppo regionale del Partito della...

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Si è trattato solo di una formalità processuale, ma ora è scritto nero su bianco: Franco Fiorito, l'ex capogruppo regionale del Partito della libertà condannato in via definitiva per essersi appropriato per fini personali dei fondi pubblici destinati ai partiti (un milione e 300mila euro), può tornare a votare, a candidarsi per cariche politiche e ricoprire incarichi pubblici. Ma lui assicura: «Tranquilli, continuerò a fare il contadino».

La Corte d'Appello in questi giorni, prendendo atto di un errore commesso dalla Cassazione, ha disposto la revoca dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Fiorito era stato assolto per un capo d'imputazione, per cui la pena di primo grado (tre anni e quattro mesi) in Appello era stata ridotta a due anni, undici mesi e 15 giorni. Era quindi decaduta l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, misura prevista per pene non inferiori a tre anni.

La pena di secondo grado è stata poi confermata in Cassazione. Fiorito è risultato colpevole di aver approfittato del suo ruolo di capogruppo regionale del Pdl per utilizzare i soldi dei rimborsi destinati ai gruppi politici per fini personali, dalla una vacanza in Sardegna alla ristrutturazione della sua villa al Circeo. Colpevole, secondo la sentenza definitiva, di aver percepito tre indennità: una da consigliere regionale, una da capogruppo, una da presidente della commissione Bilancio. Stipendi in eccesso che poi ha restituito alla Regione. Per alcune contestazioni però Fiorito è riuscito a dimostrare la correttezza delle operazioni.

La Cassazione, però, come evidenziato dai suoi legali (gli avvocati Enrico Pavia e Pietro Polidori ), confermando la riduzione della pena, non aveva correttamente applicato la norma sull'interdizione dai pubblici uffici, per cui è stata necessaria una rettifica processuale per la revoca. Che ora è arrivata.

Il buen ritiro in campagna

Caso chiuso dal punto di vista giudiziario. E ora che farà Fiorito, tornerà a fare politica, dopo esserne uscito con le ossa rotte? «Non ci penso proprio, sto bene dove sto. Nella mia campagna. Continuerò a fare il contadino», risponde l'ex consigliere regionale. «Sono felice per la fine di una vicenda che è stata molto lunga e che ha segnato la mia vita privata in maniera dirompente, ma ora ho altre priorità. La politica continuo a seguirla come osservatore, resta una passione, ogni tanto scrivo qualcosa, se qualche amico mi chiede qualche consiglio glielo do come qualsiasi cittadino libero, ma non mi interessa tornare in prima linea. Sono rimasto parecchio scottato, comprendo che voi giornalisti vi siete dovuti occupare degli aspetti pubblici della mia vicenda, ma sul piano personale, nella mia vita privata, credo di aver subito tanto, forse più del normale. La revoca dell'interdizione dai pubblici uffici certificata dalla Corte d'Appello - conclude Fiorito - sancisce la fine di tutte quelle vicende per le quali ho pagato il mio conto con la giustizia. Ora preferisco continuare a tagliare gli ulivi e dedicarmi alla gestione della piccola azienda agricola di mia moglie».
 

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Il Messaggero