Frosinone, interdittiva antimafia per la Pigliacelli Spa. L'azienda prepara il ricorso: «Società inattive»

La prefettura di Frosinone
Con una “pec” trasmessa in azienda, il prefetto di Frosinone ha comunicato di aver firmato una “interdittiva antimafia” nei confronti della...

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Con una “pec” trasmessa in azienda, il prefetto di Frosinone ha comunicato di aver firmato una “interdittiva antimafia” nei confronti della «Pigliacelli Trasporti», azienda leader a livello nazionale. Il provvedimento è scaturito da una serie di accertamenti messi in campo dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri sugli interessi economici che legano la società alla criminalità organizzata casertana.

Il prefetto ha motivato l’interdittiva (la quinta che la massima autorità di Governo ha emesso in sei mesi nel Frusinate) con queste parole: «Sono stati acquisiti utili elementi, per ritenere sussistente il pericolo della continuazione dei rapporti con la criminalità organizzata tendente a condizionare le scelte e gli indirizzi».
In sintesi il prefetto Portelli ha raccolto una serie di elementi che hanno messo in evidenza un legame tra il gruppo imprenditoriale ciociaro e alcune famiglie del casertano.

La Spa, con un capitale di 2,7 milioni di euro e un CdA in cui siede lo stesso ex presidente della Camera di commercio Marcello Pigliacelli, in base agli approfondimenti compiuti dalla Prefettura avrebbe avuto rapporti «con numerose società gestite/partecipate dai gruppi familiari Di Nuzzo, Ventrone, Caturano, già destinatarie di specifiche informative interdittive antimafia». 
Rapporti emersi nella società Cave Dolomitiche di Ailano (nel casertano) e nel consorzio “Truck Village Colleferro”.

I vertici della società Pigliacelli preferiscono non rilasciare dichiarazioni ma di certo stanno preparando il ricorso contro il provvedimento del prefetto.

«Ad oggi - riferiscono dall’azienda - i rapporti sono praticamente nulli. Quelli indicati, sono rapporti vecchi di decenni che, tra l’altro, hanno generato grandi perdite alla nostra azienda. In altre parole, stiamo parlando di società inattive. Tra l’altro, quando si hanno rapporti di lavoro, è difficile sapere chi c’è dall’altra parte; quale è il loro passato e con chi (a loro volta) hanno rapporti».


Va comunque precisato che l’azienda non ha commesso reati. Non è sotto inchiesta. L’interdittiva scatta per i contatti che la Prefettura ha ritenuto non opportuni. E’ quindi un provvedimento che impedisce all’imprenditore di stipulare contratti con la pubblica amministrazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero