Inquinamento del fiume Sacco, sequestrata un'azienda: nelle acque trovati mettalli pesanti

Inquinamento del fiume Sacco, sequestrata un'azienda: nelle acque trovati mettalli pesanti
Scarichi abusivi e autorizzazioni non in regola, sequestrata un’azienda, la “Galvano Planting” di Patrica, che si occupa del trattamento metalli, verniciatura...

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Scarichi abusivi e autorizzazioni non in regola, sequestrata un’azienda, la “Galvano Planting” di Patrica, che si occupa del trattamento metalli, verniciatura industriale e produzione di componentistica (viti, valvole, ganci e altro).

Il sequestro preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Frosinone è stato eseguito ieri mattina dai carabinieri forestali della Stazione di Ceccano, in collaborazione con il personale del Nipaf, dei colleghi di Castro dei Volsci e della polizia locale della sezione di P.G. preso la Procura del capoluogo.

LE CONTESTAZIONI
Il titolare dell’azienda, come si legge in una nota stampa diffusa ieri, è stato denunciato per una serie di reati. È stata contestata l’emissione in atmosfera senza la prevista autorizzazione integrata ambientale (AIA) e senza effettuare alcuna depurazione delle emissioni in atmosfera. Diverse anche le contestazioni per quanto concerne gli scarichi che finivano, attraverso il fosso Vadisi, nel fiume Sacco. In particolare Le acque di prima pioggia, spiegano dal comando dei carabinieri forestali, sono state scaricate senza alcuna autorizzazione; le acque bianche scaricate nel fiume Sacco sono risultate contaminate, oltre i limite di norma, di metalli pesanti come nichel, rame e zinco. Il titolare dell’azienda è stato denunciato anche per «il reato di inquinamento a causa dei reiterati sversamenti nel fiume Sacco di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose attraverso la condotta delle acque bianche del Consorzio industriale Asi».

L’INCHIESTA
Le indagini erano state avviate nel corso del 2017 dai carabinieri forestali di Ceccano che si sono concentrati sulla ricerca degli scarichi nel corsi d’acqua che confluiscono nel fiume Sacco, come nel caso del Fosso Vadisi.
Attraverso l’utilizzo di robot e la collaborazione dell’Arpa in più occasioni sono stati campionati gli scarichi dell’azienda e le acque superficiali del fosso limitrofo.

Gli esiti delle analisi hanno fatto emergere la contaminazione in atto, a causa soprattutto della presenza di metalli pesanti inquinanti. Poi nei corso di altri controlli sono state accertate altre irregolarità sulle emissioni in atmosfera, che avvenivano senza la necessaria autorizzazione e sullo stoccaggio dei rifiuti all’interno del sito.

Il sequestro preventivo eseguito ieri rientra nell’ambito di una più ampia inchiesta della Procura di Frosinone sugli scarichi abusivi che interessano il fiume Sacco e tutta un’altra serie di reati in danno delle risorse idriche e dell’ambiente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero