In carcere per quattro anni, ma era innocente: maxi risarcimento per un meccanico di Frosinone

In carcere per quattro anni, ma era innocente: maxi risarcimento per un meccanico di Frosinone
Ha trascorso quattro lunghi anni tra il carcere di Poggio Reale e Santa Maria Capua Vetere. Vittorio U., 40 anni, operaio in una officina del capoluogo ciociaro, era stato...

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Ha trascorso quattro lunghi anni tra il carcere di Poggio Reale e Santa Maria Capua Vetere. Vittorio U., 40 anni, operaio in una officina del capoluogo ciociaro, era stato accusato di essere il capo di una organizzazione malavitosa la cui attività era quella di trafficare sostanza stupefacente proveniente dall’Olanda e dall’Inghilterra. La procura di Napoli che aveva avviato l’inchiesta aveva fatto scattare l’arresto per 48 persone in tutto il territorio nazionale. Le indagini avevano riguardato anche la provincia frusinate. E tra i soggetti indagati era finito nella rete della magistratura anche il quarantenne per il quale, in attesa del processo, era stata chiesta la custodia cautelare in carcere.

L’avvocato Francesco Galella difensore dell’operaio, in sede dibattimentale aveva sempre sostenuto che si era trattato di un clamoroso errore giudiziario e che il suo assistito non aveva mai avuto nulla a che fare con quel traffico di droga. Di avviso diverso l’accusa: il pubblico ministero aveva chiesto 24 anni di pena. Il giudice però alla luce degli elementi portati in aula si è pronunciato per l’assoluzione. Ma l’uomo aveva già trascorso in carcere quattro anni della sua vita. Così l’avvocato Galella aveva presentato una istanza per ingiusta detenzione.
LA CAUSA DOPO IL PROCESSO
Nei giorni scorsi i giudici dell’VIII sezione della Corte di Appello di Napoli, sezione specializzata per le richieste di riparazione da ingiusta detenzione, ossia per il risarcimento dei danni a chi ingiustamente patisce la custodia cautelare o il carcere definitivo, hanno accolto la richiesta dell’avvocato Galella disponendo un risarcimento per il meccanico frusinate pari a 352.079,16 euro. Questo denaro per l’uomo è arrivato come una manna dal cielo. Sposato e padre di tre figli, il 40enne per poter sbarcare il lunario era costretto ultimamente a svolgere piccoli lavori di officina.
È difficile per un ex detenuto, entrare di nuovo a far parte del mondo del lavoro. Nonostante l’assoluzione, c’è sempre da parte dei cittadini una certa diffidenza nei confronti di chi è finito tra le sbarre. Vittorio U. era stato accusato di essere il capo di una associazione a delinquere dedita al traffico di droga. Accuse pesanti per le quali, così come aveva richiesto il pubblico ministero si possono scontare oltre venti anni di carcere.
POCHI CASI

Il legale difensore è riuscito a sgretolare in aula tutto il castello accusatorio costruito nei confronti del suo assistito. Gli elementi raccolti hanno indotto i giudici a pronunciarsi per l’assoluzione. Per quanto riguarda il risarcimento per ingiusta detenzione, sono numerose le domande che vengono presentate presso questa commissione speciale, poche quelle che vengono accolte. Quando i magistrati campani hanno disposto la corresponsione di quella somma per ingiusta detenzione l’uomo stentava a crederci. Quei soldi serviranno a ricostruirsi una vita. Adesso l’ex detenuto potrà veramente guardare al futuro con altri occhi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero