Gli sfondano l'auto nuova, lui incolpa le persone sbagliate e finisce a processo per tentata estorsione

Gli sfondano l'auto nuova, lui incolpa le persone sbagliate e finisce a processo per tentata estorsione
Ritrova l'auto danneggiata e preso dall'ossessione di rintracciare il pirata della strada finisce a processo per tentata estorsione. Se l'è vista brutta un...

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Ritrova l'auto danneggiata e preso dall'ossessione di rintracciare il pirata della strada finisce a processo per tentata estorsione. Se l'è vista brutta un 29enne di Frosinone. Dopo anni, il giovane era riuscito ad acquistare l'auto dei suoi sogni, un Suv di ultima generazione. Aveva speso una piccola fortuna, non proprio trascurabile per le sue tasche. Ma la gioia di trovarsi alla guida di quel bolide non aveva prezzo. La felicità, però, era durata poco.

Un giorno, scendendo da casa, aveva trovato il suo gioiellino con un'ammaccatura considerevole. Il fatto che l'auto fosse nuova rendeva ancora più evidente il danno. Qualcuno, durante la notte, l'aveva urtata in maniera violenta e se l'era squagliata. Il proprietario stentava a credere ai suoi occhi, una fitta al cuore gli aveva tolto il fiato, il mondo gli era caduto addosso. E superato lo choc iniziale, era rimasta la rabbia, tanta rabbia, perché l'autore del danno che l'aveva fatta franca senza pagare il dovuto, mentre ogni mese sul suo conto entravano le rate del finanziamento. Un vicino però gli aveva suggerito di dare un'occhiata ai filmati registrati dalla telecamera di un negozio posto nelle vicinanze del punto dell'incidente. Aveva ragione il vicino.

La telecamera aveva ripreso il momento dell'urto, ma l'inquadratura era parziale, si vedeva soltanto una piccola parte della vettura pirata. Lui però non si era dato per vinto e con quel brandello di indizio si era messo a caccia del pirata. Quello era diventato il suo rovello, non avrebbe avuto pace finché non sarebbe riuscito a trovarlo. E così tutti i giorni, percorrendo in lungo e largo le strade del capoluogo, come un radar passava in rassegna tutte le auto alla ricerca del particolare che corrispondesse al fotogramma registrato dalla telecamera.

Un giorno, in zona De Matthaeis, quaranta giorni dopo l'incidente, la folgorazione. «Eccola qua, l'ho beccata». Si è avventato contro la persona che c'era a bordo incolpandola del danno subito. Il malcapitato ha tentato in tutti i modi di convincerlo che aveva preso un abbaglio, ma niente, non c'è stato nulla da fare. Telefonate continue, messaggi a raffica, appostamenti sotto casa. Un incubo.

Tanto che, stanco delle insistenti richieste di risarcimento, l'incolpevole automobilista ha dovuto denunciare il 29enne per tentata estorsione. Denuncia da cui poi è scaturito un procedimento giudiziario. Il giovane, tramite il proprio legale, l'avvocato Nicola Ottaviani, ha chiesto l'abbreviato e venerdì scorso è comparso davanti al Gup di Frosinone. Il difensore ha fatto notare che il comportamento dell'imputato, anziché quello di tentata estorsione, configurasse il reato meno grave di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, procedibile solo per querela. Il giudice ha assolto il 29enne. Il danno alla fine ha dovuto ripararlo a proprie spese, ma la beffa di una condanna almeno è stata scampata.
 

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Il Messaggero