Giovane di Ceccano pestato dai vicini di casa, chiusa l'inchiesta: quattro indagati

Il Tribunale di Frosinone
CECCANO Colpito prima con i calci e pugni, poi con un bastone di legno e con un tubo di gomma da alcuni vicini di casa. Dopo averlo massacrato in questo modo A.G., 43 anni, era...

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CECCANO
Colpito prima con i calci e pugni, poi con un bastone di legno e con un tubo di gomma da alcuni vicini di casa. Dopo averlo massacrato in questo modo A.G., 43 anni, era stato lasciato a terra in fin di vita. Nei giorni scorsi la Procura di Frosinone ha concluso le indagini preliminari nei confronti delle quattro persone che avrebbe preso parte al pestaggio. Si tratta di Angelo Tiberia di 42 anni, Fabrizio Tiberia di 39 anni, Massimiliano Tiberia di 43 anni e Anna Liburdi di 67 anni tutti residenti a Ceccano.

La vicenda risale all'estate del 2016 a seguito dell'ennesima lite tra vicini di casa. La ruggine che c'era tra le persone indagate e la vittima dell'aggressione, era palese. Frequenti, a detta di chi li conosceva, i loro scontri verbali per le motivazioni più disparate. Ma L'ultima volta, secondo quanto dichiarato dal denunciante, si era trattato di una vera e propria spedizione punitiva. Il gruppo, del quale faceva parte anche una donna (quest'ultima avrebbe incitato gli amici a massacrarlo di botte), lo aveva atteso poco distante la sua abitazione e non appena aveva avuto certezza di poter agire senza essere disturbato si era avventato sul 43enne prima con calci e pugni, poi una volta riuscito a farlo cadere per terra aveva iniziato a colpirlo, uno con un bastone di legno, gli altri due con un tubo di gomma e sferrandogli calci. La loro sete di vendetta si era quietata soltanto quando avevano visto il ragazzo ridotto in fin di vita e in un lago di sangue. Il ferito è stato costretto a subire un delicato intervento chirurgico. Adesso bisognerà aspettare i canonici venti giorni prima che il pubblico ministero possa decidere se richiedere o meno il loro rinvio a giudizio. Tutti e quattro gli indagati che al momento rispondono di lesioni gravissime in concorso tra loro, sono difesi dall'avvocato Francesco Galella del foro di Frosinone.
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Il Messaggero