Gelate, siccità e cinghiali: l'anno nero per i produttori di vino ciociari Stimate perdite fino al 50 per cento

Gelate, siccità e cinghiali: l'anno nero per i produttori di vino ciociari Stimate perdite fino al 50 per cento
«È stata una stagione davvero difficile per i produttori di vino della provincia di Frosinone. In alcuni casi, nelle zone ...

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«È stata una stagione davvero difficile per i produttori di vino della provincia di Frosinone. In alcuni casi, nelle zone

leggermente più basse del territorio, dove si sono verificate più gelate, alcuni agricoltori hanno lamentato una perdita fino al 50% della produzione». Lo si legge in una nota di Confagricoltura Frosinone. «Siccità, gelate e cinghiali hanno messo in ginocchio i vendemmiatori inducendo il presidente del Consorzio di Tutela Paolo Perinelli a formare una federazione dei Comuni facenti parte del territorio della docg Cesanese del Piglio e chiedere lo stato di calamità naturale.
RISARCIMENTO DANNI
«La Regione Lazio - spiega nella nota Perinelli che presiede Confagricoltura Frosinone - si è immediatamente messa in moto riconoscendo le zone maggiormente danneggiate, ora spetta al Ministero delle Politiche Agricole
emettere il decreto per l'applicazione delle misure a sostegno dei produttori. Sarebbe importante procedere subito perché stiamo arrivando a fine anno e si avvicinano le scadenze importanti per i produttori a cui andrebbe dato subito ristoro. Chiediamo che ci sia da subito la sospensione dei mutui anche perché nel 2018 ci saranno da affrontare spese ancor più ingenti per recuperare i danni subiti quest'anno dalle piante. La carenza delle piogge, anche in autunno, ha decretato la fine dei vigneti giovani, piantati del 2017 e costringerà i produttori a rifare tutto daccapo».
EMERGENZA CINGHIALI
Oltre  alle gelate e alla siccità, pesa il ruolo dei cinghiali che ormai spadroneggiano nei campi della provincia di Frosinone: «Gli ungulati - sottolinea il presidente di Confagricoltura - stanno devastando non solo i vigneti ma anche i campi di grano e granturco. Siamo in balìa di una specie molto aggressiva che si riproduce in maniera impressionante moltiplicando le presenze. A mio avviso la Regione Lazio dovrebbe prendere da esempio il

sistema adottato dalla Toscana che lascia aperta la caccia al cinghiale tutto l'anno, questo aiuterebbe a diminuire la loro presenza«. Sulla qualità del vino c'è attesa ma le indicazioni sono positive: «Si tratta di un'annata molto interessante che darà vini di qualità molto buona. Ovviamente la carenza porterà inevitabilmente ad un rialzo dei prezzi in tutta Italia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero