Frosinone, viola i sigilli del contatore del gas per far mangiare i figli: il giudice l'assolve

Frosinone, viola i sigilli del contatore del gas per far mangiare i figli: il giudice l'assolve
Non aveva rubato il gas metano perché voleva arrecare un danno all’ente erogatore, ma perché non sapeva proprio come far da mangiare e soprattutto come far...

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Non aveva rubato il gas metano perché voleva arrecare un danno all’ente erogatore, ma perché non sapeva proprio come far da mangiare e soprattutto come far scaldare i suoi due bambini. E’ quanto ha sostenuto nei giorni scorsi davanti al giudice monocratico Quadrino, una casalinga di 41 anni residente nel capoluogo ciociaro. Il magistrato accogliendo tale motivazione si è pronunciato per l’assoluzione. Secondo le accuse la donna, titolare della fornitura di gas , violando i sigilli aveva consumato 551,05 euro, somma che aveva sottratto alla società che erogava la fornitura. Nello specifico la casalinga avrebbe manomesso il sigillo e riaperta la valvola del contatore, riuscendo così a prelevare abusivamente gas metano per l’importo sopra quantificato.

Da qui la denuncia per furto che ha portato la 41enne sotto processo. L’avvocato Carlo Coratti che ha rappresentato l’imputata, nella sua arringa difensiva ha dimostrato che non c’era alcuna volontà da parte della sua assistita di trasgredire la legge, ma quel comportamento illecito era scaturito soltanto da uno stato di bisogno. E ad avvalorare la buona fede della donna il fatto che nel corso del processo ha pagato rateizzandola, l’intera somma che doveva alla società del gas.

Purtroppo il marito, un piccolo imprenditore edile, a causa della crisi era rimasto senza lavoro. Le bollette però continuavano ad arrivare e lei non sapeva proprio come fare per poter pagare le utenze. Così quando in piena stagione invernale si era vista staccare il contatore del gas, si è sentita persa. Senza il metano non poteva cucinare, né tanto meno far scaldare i proprio bambini. Ecco perché aveva violato quei sigilli. I suoi figlioletti che si trovavano ancora in età scolare non potevano restare al freddo e senza mangiare. Il giudice, che non ha tenuto conto dell’aggravante di aver manomesso il contatore facendo violenza sulle cose perché non c’era alcuna certezza del fatto che fosse stata proprio l’imputata l’artefice di quella violazione di sigilli, ha ritenuto di pronunciarsi per l’assoluzione.

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Il Messaggero