Trasformare i rifiuti in introiti per il Comune, introdurre la tariffa puntuale, aprire all'addio alla Saf. La ricetta proposta dal candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle...
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RIFIUTI, TEMA CALDO
Nel confronto fra i candidati a sindaco organizzato dal Coordinamento interprovinciale per l’ambiente alcuni giorni fa, sui rifiuti quasi tutti hanno ricordato la vicenda giudiziaria riguardante l’appalto del 2013, con un processo attualmente in corso nel Tribunale di Frosinone e una differenziata ancora ferma al 18%. Il sindaco Nicola Ottaviani, in riferimento alla seconda gara di appalto del suo mandato (attualmente arenata nel contenzioso fra le ditte Sangalli e De Vizia), ha detto: «Il 14 giugno la sentenza del Consiglio di Stato ci dirà finalmente quale delle imprese ha ragione. Qualsiasi azienda dovesse gestire ha già un percorso indicato: arrivare in 3 anni a una differenziata al 60%, porta a porta su tutta la città, due centrali di raccolta con cassoni mobili». Il candidato sindaco del centrosinistra Fabrizio Cristofari in quel confronto ha ricordato che «qui è stato arrestato un vicesindaco e siamo in proroga con la stessa ditta da anni. Siamo al 18% di differenziata: significa pagare tre volte la bolletta. Dovevamo già essere arrivati da tempo al risultato del 65%, ma c’era il macigno della vicenda giudiziaria». Stefano Pizzutelli (candidato di Frosinone in Comune) ha spiegato: «Il bando c’è già e va rispettato: prevede al primo anno la differenziata al 50%, 60% al secondo e 65% al terzo. La Tari non può essere la stessa per immobili occupati o non occupati, per negozi del centro storico e di via Aldo Moro: va rimodulata». Da CasaPound Fernando Incitti ha evidenziato la necessità di «una raccolta porta a porta più frequente dell’umido e di impianti in cui conferire il vetro, ricompensando i cittadini con incentivi». La candidata civica Giuseppina Bonaviri, assente in quel confronto, ha indicato nel suo programma riduzione Tari, aumento della differenziata e una moratoria per la collocazione di nuovi termovalorizzatori, discariche e Tmb sul territorio.
IMPIANTO A BIOMASSE
Rispetto all’incontro con le associazioni su rifiuti e ambiente, la Bonaviri attacca gli avversari sulle promesse relative agli impianti a biomasse in città. «Costoro dichiaravano coralmente il loro "no" ad autorizzazioni su nuovi impianti di biomasse consapevoli però che la competenza al rilascio delle autorizzazioni non ricade nei diretti poteri dei sindaci medesimi – dice la Bonaviri - Sono, infatti, esclusivamente i dirigenti degli uffici addetti che decidono sulle questioni ambientali preparando l’istruttoria, raccogliendo i pareri e firmando gli stessi provvedimenti. Non servono, allora, promesse fatue impercorribili». Da qui la proposta di sollecitare «concretamente le Regioni ad una revisione normativa».
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Il Messaggero