Frosinone, Saf: sì al bilancio ma l’emergenza rifiuti agita l’incontro

Frosinone, Saf: sì al bilancio ma l’emergenza rifiuti agita l’incontro
I soci della Saf di Colfelice approvano il bilancio, ma i rifiuti da Roma agitano l’assemblea. Accesa riunione quella di ieri nel salone della Provincia. Due i punti...

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I soci della Saf di Colfelice approvano il bilancio, ma i rifiuti da Roma agitano l’assemblea. Accesa riunione quella di ieri nel salone della Provincia. Due i punti all’ordine del giorno: approvazione bilancio 2018 e aumento della quota di capitale. All’appello, per l’approvazione del bilancio, hanno risposto 70 sindaci su 91 più il presidente della Provincia, Pompeo. Di questi 58 hanno votato “sì” al bilancio che si è chiuso con un utile di oltre un milione e duecentomila euro. Gli astenuti sono stati 3, i contrari 5, mentre 4 hanno abbandonato l’aula. A favore dell’aumento di capitale hanno votato 60 Comuni, 2 i contrari e 4 gli astenuti. All’ordine del giorno non c’era la questione rifiuti da Roma, ma è stata la grande protagonista insieme con l’ordinanza del presidente della Regione, Zingaretti, per effetto della quale a Colfelice da due settimane vengono trattate, quotidianamente, 90 tonnellate di rifiuti che, dopo la lavorazione, torna- no in provincia di Roma, nella discarica di Colleferro.


ASSEMBLEA A PORTE CHIUSE

Il presidente della Saf Lucio Migliorelli, accertato il numero legale, ha invitato a rimare in aula solo i soci ed è scoppiata la bagarre. Il comitato ambientalista Adesso o Mai Più ha esposto uno striscione, rimosso dalla Digos. Invitati ad uscire anche il consigliere provinciale Gianluca Quadrini e la parlamentare della Lega Francesca Gerardi, che ha fatto intervenire i carabinieri e annunciato un'interpellanza parlamentare. Il presidente della Saf ha illustrato l’attività svolta nel 2018 che ha portato a un utile di 1.215,723. «Quello ottenuto - ha spiegato - è un risultato soddisfacente rispetto a quello conseguito nell’esercizio precedente con un importo pari a 927.322 euro in considerazione soprattutto dei notevoli sforzi compiuti dalla società nel settore industriale. Lo stabilimento di Colfelice - ha aggiunto - sarà sottoposto a un processo di trasformazione che rivoluzionerà l’impianto, destinato a chiudere il suo ciclo di vita come Tmb per diventare fabbrica delle materie. Quello del presidente della Provincia e dei sindaci che si so- no espressi a favore dell’ordine del giorno è stato, dunque, il vero voto di responsabilità verso la Saf, ma prima ancora un atto di concreta sensibilità verso le esigenze di maggiore tutela del patrimonio ambientale».

IL FRONTE DEL “NO”

Polemico il fronte del “no” al bi- lancio con il sindaco di Pastena Arturo Gnesi. «Nessuno - ha detto Gnesi - ha considerato il valore di una vita umana, i conti sono stati fatti sui costi dei rifiuti. Sono deluso da una classe politica che guarda, non sempre, dentro il proprio orticello, deluso perché questa sarà una ferita profonda per tutto il territorio». Per molti sindaci grande assente è stata la questione dei rifiuti da Roma. Il sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco, ha presentato una mozione per impegnare l’as- semblea dei soci a «interloquire con la Regione per l’applicazio- ne del principio di autosufficienza su base Ato» e a «sollecitare la Regione per l’applicazione dei poteri sostitutivi nei confronti di Roma Capitale per la realizza- zione di nuovi impianti tratta- mento e smaltimento dei rifiuti urbani nell’Ato di Roma». Una mozione che non è stata neanche messa ai voti. «Sono deluso - ha detto Sacco - è stata un’a semblea carbonara: sono stati cacciati giornalisti, cittadini e un parlamentare».

Critico anche il sindaco del capoluogo: «Ormai è chiaro a tutti che, sulla Saf e sui rifiuti, il Pd stia facendo man bassa, fregandosene del ter- ritorio e della volontà dei cittadini», ha dichiarato Nicola Ottaviani, «dopo che non è stata data la possibilità di mettere in votazione la proposta di alcuni Comuni di respingere l’accettazione dei rifiuti provenienti dalla Capitale», si legge nella nota. «Non era in contestazione la legittimità del provvedimento d’urgenza del presidente della Regione, ma la dichiarazione di volontà di non essere più disposti ad accettare le paturnie politiche della Raggi e dei compagnucci sulla materia dei rifiuti, perché conti- nuano, anche nel 2019, a non realizzare gli impianti sul terri- torio di Roma, preferendo ‘getta- rli dalla finestra’, all’interno delle case di quanti vivono nelle province del Lazio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero