Frosinone, olezzi dagli impianti dei rifiuti: i cittadini saranno risarciti

Frosinone, olezzi dagli impianti dei rifiuti: i cittadini saranno risarciti
Il13 febbraio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima) ha pronunciato la sentenza sul ricorso proposto nel 2016 dai circa 90 cittadini dei Comuni...

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Il13 febbraio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima) ha pronunciato la sentenza sul ricorso proposto nel 2016 dai circa 90 cittadini dei Comuni di Colfelice, San Giovanni e Roccasecca , rappresentati e difesi dagli avvocati Giampiero Amorelli e Dorodea Ciano contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Reclas Recupero Ecologico Lazio Sud Spa in liquidazione, e la Regione Lazio, per l'esecuzione del giudicato formatosi sulla sentenza n. 7983/2015 emessa dal Tribunale ordinario di Roma.

I ricorrenti avevano fatto presente che con detta sentenza il Tribunale civile aveva condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri a versare, in favore dei essi ricorrenti o dei loro danti causa in seguito deceduti, distinti importi a titolo di indennità di cui all'art. 46 della legge n. 2359/1865, oltre interessi e spese di giudizio, a seguito di immissioni puteolenti negli immobili e nei fondi di loro proprietà, provenienti dall'impianto di compostaggio e riciclaggio ubicato nel territorio di Colfelice e dalla discarica attigua, insistente sul territorio di Roccasecca.
Rappresentavano poi come la sentenza, passata in giudicato a seguito di mancata impugnazione, non fosse stata eseguita, neanche parzialmente, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla quale la pronuncia era stata notificata in forma esecutiva fin dal 19 giugno 2015. Domandavano quindi al giudice amministrativo di ordinare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di ottemperare alla sentenza del 2015 del Tribunale Civile di Roma, corrispondendo loro le somme per cui vi è condanna, oltre interessi, spese del giudizio civile e spese della consulenza tecnica d'ufficio.

Alla camera di consiglio del 9 novembre 2016 il Collegio aveva chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri documentati chiarimenti in ordine alle domande proposte dalla parte ricorrente, rinviando la decisione del ricorso. Alla camera di consiglio dell'8 febbraio 2017 il ricorso è stato trattenuto in decisione. Si è avuta al riguardo un’importante innovazione circa l’individuazione della responsabilità riconosciuta dal Tribunale di Roma. Il Tar ha rilevato il difetto di legittimazione passiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ha accolto il ricorso nei confronti della Regione Lazio, evocata in giudizio dai ricorrenti e dunque parte, del rapporto processuale, in capo alla quale sussistono la legittimazione passiva e l'onere debitorio sancito dal giudice civile. Per l'effetto, alla amministrazione regionale è stato imposto l'ordine di dare esecuzione alla sentenza in questione per gli importi indicati in ricorso e accertati dal Tribunale (oltre 2 milioni e mezzo di euro da corrispondere ai cittadini ricorrenti, oltre agli interessi legali fin dal 1996, anno di inizio del trattamento dei rifiuti). Per l'ottemperanza alla pronuncia in esecuzione è stato assegnato all'Amministrazione regionale il termine di giorni 150 (centocinquanta) dalla comunicazione o notificazione della sentenza.
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Il Messaggero