Frosinone, ingorghi e parcheggio selvaggio nel quartiere Scalo Il comitato: «È ora d’intervenire»

Frosinone, ingorghi e parcheggio selvaggio nel quartiere Scalo Il comitato: «È ora d’intervenire»
Mentre imperversa la polemica sulla sospensione del bando per le periferie, decisa dal Governo, nel quartiere dello Scalo non mancano altri problemi. A segnalarli è il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Mentre imperversa la polemica sulla sospensione del bando per le periferie, decisa dal Governo, nel quartiere dello Scalo non mancano altri problemi. A segnalarli è il comitato civico “Laboratorio Scalo”. La tempistica non è casuale, anzi: «Vorremmo approfittare di questo periodo di ferie - spiega il presidente del comitato Anselmo Pizzutelli - per porre all’attenzione dell’amministrazione comunale alcune criticità segnalate già in passato e ad oggi irrisolte con l’auspicio che s’intervenga prima dell’inizio del nuovo anno scolastico». Delle tre situazioni segnalate dal “Laboratorio Scalo”, due riguardano i plessi scolastici del quartiere.


INGORGHI DAVANTI ALLA SCUOLA
Quella più complessa riguarda la scuola “Pietrobono”, in via Puccini. È uno dei cavalli di battaglia del comitato civico che nei mesi scorsi ha lanciato una petizione on line, lanciata alla fine dello scorso raccogliendo centinaia di firme in breve tempo, per chiedere al Comune di acquisire i terreni attigui al plesso in modo da ampliare il parcheggio. Soltanto in questo modo, secondo il “Laboratorio Scalo”, si andrebbe a risolvere il problema del traffico, in particolare degli ingorghi che si formano all’entrata e all’uscita degli alunni, a causa anche del passaggio dei bus del Cotral.
Problema che, oltre ai disagi e ai pericoli per il traffico, determina anche ricadute negative per qualità dell’aria in una zona dove si registrano le più alte concentrazioni di polveri sottili. A tal proposito, spiega Pizzutelli, «l’acquisizione di quei terreni si collegherebbe anche la progetto del parco urbano del fiume Cosa». Un “polmone verde” di cui il quartiere ha grande bisogno. L’amministrazione a suo tempo aveva assicurato che stava attivando le procedure per l’esproprio, quindi il comitato chiede a che punto è giunto l’iter.

STRISCE RIALZATE SCOMPARSE
Di più facile risoluzione, invece, il problema di via Verdi, anche questo relativo alla viabilità. «La scorsa primavera - spiega Pizzutelli - sono state rimosse le strisce pedonali rialzate che tre anni fa erano state installate in prossimità della scuola elementare e dell’asilo. Pensavamo che l’intervento fosse legato al rifacimento dell’asfalto, ma ad le strutture non sono state rimesse. Vorremmo sapere quali sono le intenzioni dell’amministrazione comunale».

SOSTA SELVAGGIA ALLE POSTE
Infine via Mascagni, davanti alla sede dell’ufficio postale. Quattro, cinque anni fa, per risolvere il problema della sosta selvaggia, vennero piazzati una serie di paletti di ferro. Problema risolto? Macché: «Si continua a parcheggiare in barba ai divieti, ma dal lato opposto, in una strada anche ristretta per la presenza dei paletti in ferro - denuncia il presidente del Laboratorio Scalo - Le soluzioni a questo punto sono due: rimuovere i paletti e arrendersi all’ignoranza degli automobilisti indisciplinati; oppure predisporre controlli a tappeto della polizia locale per sanzionare chi non rispetta le regole e crea problemi alla sicurezza degli altri automobilisti e dei pedoni».

La sicurezza nel quartiere dello Scalo, in verità, non riguarda soltanto la viabilità: «Servono maggiori controlli, anzi sarebbe auspicabile - conclude Pizzutelli - che le forze di polizia trovassero un modo per presidiare la zona, magari attraverso l’utilizzo di unità mobili, soprattutto nei pressi dei giardinetti dove si registrano situazioni da monitorare attentamente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero