Due nuovi indagati e una querela di falso presentata al Consiglio di Stato. Dopo la consulenza calligrafica, disposta dalla Procura di Cassino, che ha accertato la manomissione di...
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Ai due, in sostanza, vengono contestate le dichiarazioni rese, con le quali avrebbero affermato di aver visto, durante le operazioni di spoglio, i segni sulle schede. Dichiarazioni che andrebbero a cozzare con gli esiti della consulenza e con le dichiarazioni dei componenti del seggio, che escludono la presenza di quei segni al momento dello sfoglio. Salgono a tre, con il responsabile dell’ufficio elettorale, Luigi Spiridigliozzi, gli indagati per i presunti brogli. Le indagini, in queste ore, proseguono a ritmo serrato. Gli agenti del commissariato di Cassino, infatti, hanno ascoltato diverse persone, che sarebbero a conoscenza di particolari utili alle indagini, tutti, per ora, sono stati ascoltati come testimoni, ma la posizione di alcuni è al vaglio degli inquirenti. Si valuta, inoltre, se le buste fornite dal ministero dell’Interno, dove vengono conservatele schede dopo le votazioni, siano apribili o meno.
Ma, come accennato, non è stato l’unica novità della giornata. Alle 12.30, di ieri, il sindaco di Piedimonte San Germano, l’avvocato Gioacchino Ferdinandi, nel corso di una conferenza stampa ha annunciato di aver presentato, tramite l’avvocato Massimo Di Sotto, una querela di falso nell’ambito del ricorso che pende dinanzi al Consiglio di Stato e che dovrà essere discusso a metà luglio. In pratica il sindaco Ferdinandi, assieme alla compagine amministrativa, sostiene che le prove, presentate da Ettore Urbano, sulle quali si base il ricorso dinanzi ai giudici amministrativi, siano false. False perché ruotano attorno alle dichiarazioni rese dai due rappresentanti di lista.
“Eravamo assetati di giustizia - ha spiegato il sindaco Ferdinandi - ed oggi arriva un primo ed importante elemento che chiarisce cosa sia accaduto alle nostre spalle. Concedetemi di ringraziare la magistratura che sin dall’inizio ha dimostrato di voler andare a fondo svolgendo delle indagini meticolose. Dobbiamo lasciare lavorare gli inquirenti serenamente e aspettare fiduciosi che i colpevoli di questa incresciosa vicenda paghino le conseguenze di un’azione ignobile nei confronti di un’intera comunità”, ha concluso il sindaco.
“Sono sereno, non ho mai commentato le sentenze e non commento le indagini. La querela di falso? A breve valuteremo il da farsi con i miei legali”, ha affermato, invece, Ettore Urbano, capogruppo di minoranza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero