“Di tutto questa città necessita fuorché di un impianto emissivo di polveri sottili. Basta”. La presa di posizione dell’associazione dei medici di...
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L'ORDINANZA E IL PIANO REGIONALE
Nell’ultima ordinanza comunale per il risanamento della qualità dell’aria di fine 2017 (valida fino a marzo e imposta dal Piano regionale) è stato inserito il divieto per l’utilizzo “di legna da ardere o biomasse per alimentare impianti di riscaldamento con potenza superiore a 35KW” e indicati dei limiti di emissioni di polveri per le attività produttive. Sul riscaldamento si vieta “l’utilizzo di camini aperti e chiusi, stufe a legna, pellet e a biomassa” nelle abitazioni e nelle attività produttive provviste di rete del gas o bomboloni Gpl. Ma il sindaco Nicola Ottaviani a tal proposito evidenzia: "La normativa regionale non ci permette di intervenire e, in casi come questo, non siamo chiamati nemmeno a rilasciare un’autorizzazione. Per quanto riguarda le prescrizioni dell’ordinanza comunale, possiamo applicarle in sede di limitazione dell’uso degli impianti. Ma non possiamo impedirne la costruzione in casi come questo. Ancora una volta viene rilevata la totale inadeguatezza e lacunosità del piano regionale sulla qualità dell’aria datato 2009, al netto di piccole integrazioni successive. E’ inconcepibile come da una parte la Pisana chieda ai Comuni di chiudere i camini nelle singole abitazioni civili, bloccando l’utilizzo delle piccole biomasse, mentre dall’altra non preveda alcun provvedimento simile laddove le biomasse vengono utilizzate da aziende ed industrie. Finita questa campagna elettorale , anche per evitare facili strumentalizzazioni, bisognerà necessariamente rivedere l’intero settore”.
I MEDICI CHIEDONO UNA MORATORIA
Il dottor Giovambattista Martino (coordinatore dell’associazione dei medici) sottolinea: “Il discorso è concettuale. Si deve arrivare a una moratoria, per cui diventi impensabile realizzare altri impianti che producano polveri qui da noi. A Frosinone siamo già a 27 giorni di sforamento della soglia pm10 nel 2018. Il limite annuale è 35 e siamo a febbraio”.
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Il Messaggero