"Non le ho mai messo una mano addosso. Mai alzato le mani". Queste le parole di Tonino Cianfarani, accusato della morte di Samanta Fava, la donna trovata murata in una cantina di...
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"Quella sera - ha aggiungo Cianfarani - tornammo da Sora e andammo a casa mia, mentre preparavo qualcosa da mangiare, la sentivo che scendeva le scale ma a certo punto ho sentito un tonfo. L'ho trovato con il corpo rivolto per terra l'ho girata, aveva gli occhi rivolti all'insù, ho cercato di calmarla. La chiamano e non mi rispondeva, quando mi sono accorto di quello che era successo non riuscivo a crederci, ho avuto come una scossa di corrente sul mio corpo. Non riuscivo a prendere una decisione. Non c'entro nulla. Non sono riuscito a chiamare nessuno". Parole disperate quelle di Cianfarani, che attribuisce la morte Anna caduta accidentale.
Il Pm Alfredo Mattei ha chiesto 30 anni per lui, perché accusa di aver strangolato Samata con una fascetta auto stringente.
Alle 15 l'epilogo di primo grado. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero