Poche ore fa la celeberrima “Science“, una delle più prestigiose riviste di scienza del pianeta, ha pubblicato un importante studio riguardante la scoperta dell’esplosione...
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L’articolo, presentato da un team internazionale di scienziati coordinato da Subo Dong (Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics, Peking University) e che include Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project e curatore scientifico del Planetario di Roma, riferisce di un corpo celeste denominato ASASSN-15lh, scoperto il 14 giugno scorso da una coppia di telescopi gemelli da 14 cm installati a Cerro Tololo, in Cile, parte della All Sky Automated Survey for SuperNovae (ASAS-SN), un progetto internazionale dedicato proprio alla ricerca sistematica di fenomeni transienti, coordinato dalla Ohio State University, USA.
Ulteriori studi suggerivano poi la natura dell’astro: una supernova super-luminosa, povera in contenuto di idrogeno, la cui distanza è stata stimata in circa 3.8 miliardi di anni luce. ASASSN-15lh è un’esplosione cosmica oltre 200 volte più potente di una tipica supernova – eventi che già si collocano tra i più violenti cataclismi nell’Universo – e oltre due volte più luminosa della precedente supernova detentrice del record: nel momento del picco di emissione, la sua luminosità era equivalente a quella di 570 miliardi di stelle come il Sole (venti volte l’intera emissione della nostra Via Lattea).
“Se ASASSN-15lh si fosse trovata alla distanza di Sirio, la stella più luminosa nel cielo notturno, situata a 8.5 anni luce da noi e ben visibile in queste notti d’inverno - spiega Masi - l’avremmo vista brillare con una luminosità apparente pari a quella del Sole”.
Questo ritrovamento è solo l'ultimo di una lunga serie di successi: solo a dicembre, ad esempio, veniva ufficializzata la dedica a Frosinone di uno degli asteroidi scoperti da Masi dal suo osservatorio di Ceccano, il Virtual Telescope, attivo da circa dieci anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero