Frosinone, false fatturazioni: perquisizioni negli studi di due avvocati

L’indagine partita dalla procura di Vercelli

Frosinone, false fatturazioni: perquisizioni negli studi di due avvocati
Perquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza a casa e negli uffici di due avvocati del foro di Frosinone su ordine della procura della Repubblica di Vercelli. Gli...

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Perquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza a casa e negli uffici di due avvocati del foro di Frosinone su ordine della procura della Repubblica di Vercelli.

Gli uomini delle fiamme gialle - alla presenza del magistrato, come previsto in casi del genere - hanno avuto accesso nei giorni scorsi agli studi legali . Motivo? Erano alla ricerca di documentazione afferente rapporti professionali di questi con un notissimo imprenditore petrolifero del Nord, accusato di false fatturazioni per operazioni inesistenti e bancarotta fraudolenta. Vicenda nella quale i legali, secondo la Procura, sarebbero coinvolti in quanto non si sarebbero limitati a prestare la loro opera professionale. Sull'inchiesta c'è riserbo, ma in casa di uno degli avvocati oltre al telefono cellulare e un computer sono stati sequestrati 78 mila euro in contanti. Sono in qualche modo riconducibili al raggiro per il quale è sotto inchiesta l'imprenditore? O semplicemente soldi derivanti dall'attività svolta dal legale? È quello che si cercherà di capire, ma di certo nel frattempo la Guardia di Finanza ha portato via tutto.

Un'attività, quella della magistratura piemontese, che ha portato i professionisti a sporgere denuncia alla Procura di Perugia (competente quando si tratta di magistrati che operano nel Lazio) e al Consiglio superiore della magistratura perché ci sarebbero state diverse violazioni.

Il sequestro e la perquisizione sarebbero successivi a un bonifico di 280.000 euro spedito agli avvocati ma che entrambi dicono di non avere mai ricevuto. I due hanno anche lamentato di essere stati oggetto di perquisizione e sequestri in violazione delle norme di legge, da qui la denuncia. Uno degli avvocati che possiede locali muniti di sistema di videosorveglianza ha registrato tutta l'operazione investigativa. Ci sarebbe più di qualche anomalia, sulla quale adesso sarà la Procura di Perugia eventualmente a chiarire. Tra queste, il coinvolgimento nelle perquisizioni della convinvente di uno degli avvocati che però non risulta indagata, pertanto quell'attività non poteva essere svolta. Si parla addirittura di scomparsa di gioielli.

LA DIFESA

I due professionisti coinvolti nella vicenda , oltre al petroliere piemontese, hanno conferito incarico all'avvocato Alfredo Scaccia del foro di Cassino. «I miei assistiti - ha detto - sono sconvolti per aver patito in violazione dell'articolo 103 del codice di procedura penale l'iniziativa giudiziaria fondata su false prospettazioni accusatorie miranti ad incriminare il cliente comune, già prosciolto a patrocinio del sottoscritto in ben dieci associazioni per delinquere ove fu coinvolto per una frode internazionale di prodotti petroliferi».
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Il Messaggero