La figlia: «Sono omosessuale». Picchiata e chiusa in camera dalla madre a Frosinone

Ora la donna ed il compagno rischiano l'incriminazione per maltrattamenti aggravati

La figlia: «Sono omosessuale». Picchiata e chiusa in camera dalla madre a Frosinone
Botte, urla e spintoni. Questa era la quotidianità di Liliana (il nome è di fantasia) una ragazza di venti anni residente a Frosinone che aveva avuto la...

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Botte, urla e spintoni. Questa era la quotidianità di Liliana (il nome è di fantasia) una ragazza di venti anni residente a Frosinone che aveva avuto la "colpa" di raccontare a casa che si era innamorata di una ragazza. A far emergere l'amara verità, presentando una denuncia alla procura proprio il padre che si era separato dalla moglie. L'uomoha messo nero su bianco l'inferno che stava vivendo la figlia per colpa della ex moglie che non accettava l'omosessualità della ragazza. La giovane, disperata, si era confidata con il genitore chiedendogli aiuto. Quando la madre ha saputo che la figlia aveva intrecciato una relazione con una sua coetanea non ha condiviso. La donna che non accettava assolutamente quel tipo di rapporto dopo averla picchiata e minacciata l'aveva persino rinchiusa dentro casa per impedirle di vedere quella che Liliana considerava la sua fidanzata a tutti gli effetti. A seguito di tale comportamento la madre ed il compagno rischiano adesso l'incriminazione per maltrattamenti aggravati dal grado di parentela.

LA RICOSTRUZIONE

Più volte la genitrice con la complicità del compagno l'avrebbero chiusa a chiave in camera per impedirle di recarsi dalla sua innamorata. All'ultimo litigio, la madre l'aveva presa per i capelli. Poi schiaffi ed etichetta di buono, le aveva sputato in faccia. Parole che l'hanno ferita profondamente. Per qualche tempo Liliana primogenita di tre figli, aveva sopportato ogni tipo di angheria anche per proteggere i fratelli più piccoli che venivano anche loro maltrattati dalla madre e dal compagno soprattutto quando alzavano il gomito. La ragazza ad un certo punto è stata costretta ad andare via di casa. Al momento la giovane che è riuscita a trovare un lavoro si trova ospite della sua fidanzata. Tramite il suo avvocato di fiducia Claudia Mancini ha fatto sapere di essere ancora profondamente scossa per quello che le hanno fatto la madre ed il suo nuovo compagno. La ragazza tra l'altro teme che la donna quando si trova in preda ai fumi dell'alcol possa maltrattare anche i fratelli più piccoli. Ieri mattina i due conviventi che non hanno nemmeno presenziato all'udienza davanti al gup dovevano rispondere di maltrattamenti aggravati dal grado di parentela. Il giudice dopo aver ascoltato l'avvocato di parte civile si è riservato di decidere se trascinare o meno i due imputati alla sbarra.

Marina Mingarelli
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Il Messaggero