Una vita lavorativa passata a curare i giardini della residenza del capo dello Stato. Poi la malattia e la necessità di sottoporsi a dialisi. Lui, un uomo di 75 anni in...
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La storia è finita, di nuovo, in tribunale e la sentenza ha confermato il verdetto emesso in primo grado per l'uomo e la donna chiamati a rispondere.
Per l'accusa di concorso in riduzione in schiavitù, Mauro Gentile, 66enne originario di Atina, e Lucia Salis, romana di 63 anni, vicini di casa dell'uomo, sono stati condannati a cinque anni e quattro mesi ciascuno.
L'ACCUSA
Secondo la tesi dell'accusa l'ex giardiniere del Quirinale, in pensione e malato, sarebbe stato schiavizzato dai vicini, tanto da essere costretto a consegnare mensilmente loro la sua pensione e addirittura ad elemosinare ogni giorno per le vie di Roma nonché davanti a una farmacia di Acilia.
La sentenza per il 66enne originario del paese della Val di Comino e per la 63enne della Capitale è stata emessa dalla prima Corte d'assise d'appello.
I giudici di secondo grado hanno confermato la condanna emessa in primo grado nel giugno scorso dal giudice per l'udienza preliminare di Roma a conclusione del processo con il rito abbreviato.
L'accusa è stata rappresentata nel capo d'imputazione, secondo il quale, in concorso tra loro, i due avevano mantenuto in condizione di schiavitù Angelo Casale, 75enne romano, ma originario di Cuneo, sottoposto a dialisi, costringendolo a versare loro l'importo della sua pensione e a chiedere l'elemosina in strada prevalentemente nella zona di Acilia.
La modalità praticata, realizzata approfittando delle condizioni di vulnerabilità psicofisica del pensionato - sempre secondo l'accusa - sarebbe consistita nel prospettargli che qualora non avesse consegnato i soldi, l'autorità giudiziaria gli avrebbe preso la casa dove abitava, costringendolo ad andare a vivere per strada.
Gli episodi contestati sarebbero durati diversi anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero