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Accusata di evasione fiscale per una cifra che non ha mai posseduto: 760 mila euro.. E' la storia di Bruna Iafrate, una casalinga di Chiaiamari, frazione di Monte San Giovanni Campano (Frosinone), di 44 anni.
Tutto era iniziato quando la mamma aveva regalato a Bruna, per la prima comunione della figlia e sua nipote, 7.600 euro. Denaro che la donna si era subito preoccupata di andare a versare all’ufficio postale. Ma subito dopo quel versamento ( stiamo parlando del 2006) è iniziato un vero e proprio incubo. La donna, infatti, è stata accusata di evasione fiscale. Il motivo? Quando si era recata nell’ufficio postale per effettuare il versamento, si era accorta che l’impiegato che aveva effettuato l’operazione, invece di 7.600 euro aveva registrato sul suo 760 mila euro. In pratica, inavvertitamente, aveva battuto due zeri in più. La casalinga l’aveva fatto presente al dipendente delle Poste che aveva immediatamente rettificato la cifra sul conto.
IL PROBLEMA
Ma invece di stornarlo ha fatto figurare che dopo il versamento c’era stato subito un prelievo. In questo modo aveva pensato di azzerare l’operazione precedente. Invece così non è stato. Tant’è dopo quel versamento l’agenzia delle entrate aveva avviato i primi accertamenti. Da questi era emerso che la casalinga non aveva rispettato la normativa riguardante la legge sul riciclaggio, e, quindi, risultava un evasore fiscale.A seguito di tali fatti c’era stata la segnalazione in Procura ed il successivo rinvio a giudizio. «Perché- c’era scritto sul decreto- al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, ometteva di presentare pur essendo obbligata, la dichiarazione dei redditi annuale per l’anno 2006 con Irpef evasa pari a 158.200 euro».
NON E' FINITA
Ma non è stato così. Lo scorso agosto, infatti, la donna che aveva presentato documenti per la rottamazione di altri debiti che doveva saldare, si è ritrovata sulle cartelle esattoriali anche quella multa di 158 mila euro. Nonostante l'assoluzione, quella cifra non è mai stata stornata da parte dell’Agenzia delle Entrate e lei si ritrova un’altra volta dalla parte di chi risulta evasore fiscale.I legali hanno presentato ricorso. «E’ una cosa davvero inconcepibile – ha chiosato l’avvocato Filardi- la mia assistita è stata assolta con formula piena e si ritrova un’altra volta dover lottare contro l’Agenzia delle Entrate che l’ha accusata di aver depositato “in contanti” 760 mila euro. Intanto mi chiedo come si faccia a trasportare all’ufficio Postale tutto quel denaro senza un furgone portavalori. Questo è proprio il trionfo dell’assurdo»
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Il Messaggero