Emergenza rifiuti, la Mad rinuncia all'autorizzazione per l'ampliamento della discarica di Roccasecca

Una veduta della discarica di Roccasecca
Alla vigilia della scadenza dell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per fare fronte all’emergenza rifiuti, arriva una nuova...

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Alla vigilia della scadenza dell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per fare fronte all’emergenza rifiuti, arriva una nuova tegola: la Mad, società proprietaria della discarica di Roccasecca, nei giorni scorsi ha comunicato che intende rinunciare all’autorizzazione, rilasciata lo scorso gennaio, per la realizzazione del quinto invaso. La circostanza è confermata dal legale della società, l’avvocato Marco Pizzutelli: «Sono sopraggiunte condizioni oggettivi e non prevedibili che non consentono di avviare i lavori per la messa in esercizio del quinto bacino». 

Il titolare della Mad, l’imprenditore Valter Lozza, da metà marzo si trova agli arresti domiciliari (non è stato proposto ricorso al Tribunale del Riesame) insieme all’ex dirigente del Settore Ambiente e Rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini. Quest’ultima, secondo le accuse, approfittando del suo ruolo apicale, avrebbe favorito gli interessi di Lozza, in relazione soprattutto al progetto della discarica di Monte Carnevale a Roma. Le indagini del Nucleo ambientale dei carabinieri proseguono e riguardano anche il sito di Frosinone.

Dagli inizi di aprile la Mad ha bloccato tutti i conferimenti a causa dell’esaurimento del quarto invaso. Restava in sospeso la questione del quinto per il quale la Regione a fine marzo aveva diffidato la Mad ad iniziare i lavori, cosa mai avvenuta. 

La situazione ora si fa complicatissima nel Lazio. Perché dopo Roma Capitale e Latina, adesso anche la provincia di Frosinone, che in questi anni al contrario ha sopperito alla mancanze soprattutto di Roma, si trova senza un sito per lo smaltimento degli scarti prodotti dagli impianti di trattamento che lavorano i rifiuti indifferenziati. 

L’ordinanza di Zingaretti, che scade oggi, riguarda la gestione di 350 tonnellate al giorno di scarti, di cui 140 provenienti dall’impianto Saf di Colfelice, 100 dagli impianti Malagrotta (Roma) e altri 100 da quello della Csa di Castelforte, in provincia di Latina. La Saf, dove vengono trattati i rifiuti indifferenziati dei Comuni della provincia di Frosinone, sta conferendo i propri scarti nelle discariche di Viterbo e Civitavecchia, quest’ultima di proprietà della Mad. 

 

VERSO IL CAOS

La rinuncia all’autorizzazione per il quinto invaso rimette tutto in discussione. Alla lista degli Ato (ambiti territoriali) sprovvisti di impianti per lo smaltimento, Roma Capitale e Latina ai quali la Regione ha intimato di presentare un piano per l’autosufficienza impiantistica entro i primi di maggio, si aggiunge quello di Frosinone che, potendo contare sulla discarica di Roccasecca, non aveva indicato un sito alternativo. 

Si attendono le contromosse della Regione rispetto alla comunicazione del Mad. Non proprio un dettaglio. Da 2016 ad oggi nel sito di Roccasecca è stato conferito oltre un milione di scarti prodotti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati. Questo per dire la mole di rifiuti per i quali bisognerà trovare un’altra destinazione. Le discariche di Viterbo e Civitavecchia non potranno ancora per lungo tempo sopportare il peso dei conferimenti di queste settimane. 

«Accogliamo con favore la notizia della rinuncia di Mad al quinto invaso, da anni portiamo avanti questa battaglia e cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel - commenta il sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco - Però non abbassiamo la guardia perché attendiamo il provvedimento definitivo di chiusura della discarica da parte della Regione Lazio». 

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Il Messaggero