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Viaggiava in macchina con trenta chili di hashish, un personaggio noto alle forze dell'ordine del capoluogo ciociaro arrestato dagli agenti della polizia stradale. Il fatto è avvenuto l'altro ieri pomeriggio quando gli uomini agli ordini del dirigente Stefano Macarra hanno fermato per controlli una una Volkswagen Golf sull'autostrada A/1 con una sola persona a bordo. Gli operatori della sottosezione Polizia Stradale di Frosinone, insospettiti dall' atteggiamento nervoso dell'uomo, che come già accennato era già noto hanno deciso di effettuare la perquisizione veicolare. E proprio nel vano portabagagli hanno rinvenuto un trolley con 59 panetti di Hashish del peso di oltre trenta chili.
La droga immessa sul mercato dello spaccio avrebbe fruttato circa duecentomila euro. L'automobilista è stato arrestato per detenzione e traffico di sostanza stupefacente. Nella giornata di ieri si è tenuta la convalida.
SPACCIO IN CARCERE
E sempre riguardo alle sostanze stupefacenti nei giorni scorsi gli agenti della squadra Mobile agli ordini del dirigente Flavio Genovesi, hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di una donna accusata di detenzione ai fini di spaccio. Si tratta di una 48enne residente nella parte a Nord della provincia ciociara che riusciva a consegnare la sostanza stupefacente ai detenuti che si trovavano reclusi all'interno del carcere di Cassino. Il provvedimento è arrivato a conclusione delle indagini avviate nel 2020 e condotte dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Polizia Penitenziaria di Cassino. Proprio attraverso questa inchiesta gli investigatori hanno accertato che all'interno del penitenziario cassinate, alcuni detenuti, che avevano in uso telefoni cellulari illegalmente detenuti, mantenevano contatti con l'esterno, pianificando acquisti di droga che a loro volta cedevano dietro compenso ad altri detenuti reclusi. La sostanza stupefacente, come è stato accertato, veniva introdotta all'interno della casa circondariale da conviventi e familiari, occultata all'interno di indumenti, pietanze o riposta nei pacchi consegnati nel corso dei colloqui.
E proprio utilizzando questi espedienti la 48enne, compagna di un detenuto, era riuscita ad introdurre la droga dietro le sbarre del carcere.
Il Messaggero