Ex discarica di via Le Lame a Frosinione, rebus su chi pagherà i danni per l'ecomostro

Ex discarica di via Le Lame a Frosinione, rebus su chi pagherà i danni per l'ecomostro
Nelle mani di chi esploderà la bomba ecologica dell'ex discarica di via Le Lame di Frosinone? L'intervento di messa in sicurezza del sito, come per gli altri che...

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Nelle mani di chi esploderà la bomba ecologica dell'ex discarica di via Le Lame di Frosinone? L'intervento di messa in sicurezza del sito, come per gli altri che rientrano nell'Accordo di programma tra Ministero e Regione sul Sin Valle del Sacco, potrà partire solo quando la Provincia individuerà i responsabili della contaminazione. Passaggio necessario per sbloccare i finanziamenti del Ministero.

Questo perché gli interventi verranno realizzati dal pubblico in danno dei soggetti inadempienti. Come dire: io faccio l'intervento al posto tuo, ma poi tenterò tutto il possibile per recuperare il denaro speso. I siti interessati, oltre a quello di via Le Lame, sono i seguenti: l'ex polveriera di Anagni; l'ex Snia di Bosco Faito e l'ex Annunziata a Ceccano; l'ex cartiera Vita Mayer, l'ex Europress e le ex industrie Olivieri di Ceprano; i Ponti della Selva a Paliano, l'ex Cartiera di Ferentino e l'ex discarica di via Le Lame a Frosinone.

«Per tre di questi (Olivieri, cartiera di Ferentino e Paliano) - hanno fatto sapere da Palazzo Iacobucci - la Provincia, avendo già tutta la documentazione necessaria, ha già provveduto ad emettere l'ordinanza. Per i restanti siti, invece, è stato stabilito il termine di due settimane per produrre i documenti necessari a procedere».

Appare quanto meno incredibile che a tre anni dalla firma dell'accordo queste procedure non siano state ancora completate. Stiamo parlando di situazioni che si trascinano non da ieri, ma da decenni. Già nel 2015, sette anni fa, dal Ministero rammentavano che per gli interventi in danno da parte della pubblica amministrazione le risorse finanziarie potevano essere erogate solo se fosse stata conclusa l'istruttoria per l'individuazione del responsabile della contaminazione. Sette anni dopo siamo al punto si partenza. Ma il risanamento ambientale della Valle del Sacco ha abituato a queste ed altre stranezze.

Nel caso dei siti privati la questione è più semplice. Si tratta di società fallite da anni e la procedura in danno quasi certamente si concluderanno con l'acquisizione al patrimonio pubblico del sito oggetto dell'intervento. Le cose si complicano per i siti pubblici ed in particolare per uno, quello peraltro che versa nelle condizioni ambientali peggiori e richiederà il maggior impiego di risorse pubbliche: l'ex discarica di via Le Lame.

In questo caso chi è il responsabile della contaminazione? La discarica, aperta a metà degli anni Cinquanta, ha funzionato fino agli inizi degli anni duemila. Il periodo in cui si sono registrati i maggiori conferimenti è stato quello tra gli anni Ottanta e Novanta. L'attività della discarica venne realizzata perché non c'erano siti in cui portare i rifiuti. Fu uno scempio di cui ancora oggi di cui ancora oggi si paga l'alto costo ambientale. E alla vigilia degli interventi, che si preannunciano lunghissimi e costosissimi, tanti nodi stanno venendo al pettine.

Uno su tutti, da sciogliere anche in fretta per sbloccare i fondi ministeriali: chi è il responsabile della contaminazione? Gli enti che a suo tempo ne autorizzarono l'apertura in forza dell'emergenza o la Saf, la società partecipata dai Comuni della provincia di Frosinone che gestisce l'impianto di trattamento di Colfelice e ha assunto la responsabilità del sito di via Le Lame nel 2005, quando la discarica era stata già dismessa?

La Saf per la gestione dell'ex discarica di via Le Lame, così come per altre discariche esaurite (Anagni, Pignataro, Ceprano e Pontecorvo), riceve dai Comuni dei costi straordinari perla gestione del cosiddetto post mortem che consiste nello smaltimento e nel trasporto del percolato. Questo basta per contestarle le responsabilità della contaminazione? È nei suoi confronti che deve essere attivata la procedura in danno? E se così fosse la società, e quindi i Comuni che ne fanno parte, dovrebbero pagare i danni?

Il provvedimento della Provincia è atteso a giorni.
 

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Il Messaggero