Disagi nella raccolta rifiuti, il sindaco e i migranti tengono pulite le strade

Disagi nella raccolta rifiuti, il sindaco e i migranti tengono pulite le strade
Un parroco straparla in piazza immortalato da plotoni di smartphone e diventa un caso nazionale, mentre un sindaco e un gruppo di migranti si rimboccano le maniche per tenere...

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Un parroco straparla in piazza immortalato da plotoni di smartphone e diventa un caso nazionale, mentre un sindaco e un gruppo di migranti si rimboccano le maniche per tenere pulite le strade del paese. Nei giorni della celebre omelia del prete di Sora, dalla provincia di Frosinone arrivano anche piccole storie di accoglienza, seppure poco appetibili per la bolla virale dei social, ma che rimandano al nocciolo duro della realtà. Storie lontane dai luoghi comuni. Fatte di piccoli gesti, persone come tante e quotidianità.


Ci troviamo a Vico nel Lazio, paese di 2.300 anime, arrampicato sui Monti Ernici. Qui, come in altri centri della Ciociaria, il servizio di nettezza urbana sta registrando alcune difficoltà, perché la società che lo gestisce, la Tac Ecologica, è stata travolta da un’inchiesta giudiziaria ed è finita sotto sequestro. Il tribunale ha nominato un commissario, ma in questi casi le cose non vanno mai per il meglio. Nelle casse i soldi scarseggiano, i dipendenti non vengono pagati, i servizi, a parte lo strettissimo ordinario, funzionano al lumicino. Insomma un bel guaio. E guai non mancano anche a Vico nel Lazio.

L’opposizione ne ha approfittato per mettere alle strette il sindaco, denunciando in particolare la situazione del centro di trasferenza dove si stanno accumulando i rifiuti. Per lo più carta, plastica e ingombranti. Ma nelle pieghe di questa situazione di difficoltà, emerge anche un’altra piccola storia. I netturbini, che non vengono pagati da mesi, fanno lo stretto necessario, mentre a tutto il resto pensano il sindaco Claudio Guerriero in persona e un gruppo di ragazzi richiedenti asilo inseriti già da un paio di anni in un progetto di volontario per lavori di pubblica utilità. Utilissima, per non dire provvidenziale in questo momento di emergenza del servizio di nettezza urbana, capitato pure in concomitanza con la presenza in paese di numerosi villeggianti. E al sindaco di far vedere il proprio Comune sporco non proprio non va giù. Ci si rimbocca le maniche allora.

«I ragazzi spazzano le strade, svuotano i cestini, se necessario danno una mano ai netturbini. Con il carretto li portano in piazza, poi io passo con il furgone, li carichiamo e li portiamo al centro di trasferenza. Ovviamente non si tratta né dell’organico, né dell’indifferenziato, per i quali il servizio per fortuna funziona, ma più che altro di carta e plastica. Madonna mia, quanta plastica», sbotta il sindaco, il quale a conferma di quanto racconta invia anche delle foto con il furgone carico di rifiuti e i vicoli del paese che luccicano di pulito.



«Per fortuna ci sono questi ragazzi», dice ancora il primo cittadino. I ragazzi sono giovani africani provenienti da Ghana, Somalia, Bali, Nuova Guinea. Sono oltre una ventina. Il sindaco la conosce bene l’Africa. Quando era carabiniere per anni ha prestato servizio presso l’ambasciata italiana in Uganda. Sarà anche per questo, insieme al fatto che è uno che non si perde in chiacchiere, che Vico ne Lazio è diventato un piccolo modello di integrazione che già aveva fatto parlare di sé qualche tempo fa perché alcuni di quei ragazzi che oggi tengono pulite le strade militano nella squadra di calcio locale, o perché altri, quando due anni fa scoppiò un devastante incendio sulle montagne, si misero all’opera con la protezione civile. Piccole storie da un piccolo paese che fa quel può per restare pulito.
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Il Messaggero