Disabile dopo l'attentato al marito maresciallo, risarcimento di due milioni

Disabile dopo l'attentato al marito maresciallo, risarcimento di due milioni
Le auto a fuoco, il boato, poi un ictus provocato dalla paura che l'ha resa per sempre disabile. Tutta colpa di un attentato incendiario ai danni del marito, il maresciallo...

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Le auto a fuoco, il boato, poi un ictus provocato dalla paura che l'ha resa per sempre disabile. Tutta colpa di un attentato incendiario ai danni del marito, il maresciallo dei carabinieri Bruno Falena, comandante della stazione dei carabinieri di Ceprano.

Dopo le condanne in sede penale, ora è arrivato anche il provvedimento in sede civile: un maxi risarcimento da 2 milioni di euro. Questa la sentenza emessa dal giudice Stefano Troiani, del Tribunale di Frosinone nei confronti del mandante dell'attentato, Luigi Sementili di 64 anni e uno degli esecutori materiali, Giovanni Battista Sementilli di 27 anni.
Il fatto risale alla notte tra il 18 e il 19 novembre del 2011, quando due auto appartenenti alla famiglia del maresciallo di Ceprano, improvvisamente andarono a fuoco. Prima un boato, poi le fiamme alte che svegliarono il maresciallo e la sua famiglia. L'esplosione danneggiò anche parte dell'abitazione. La moglie del maresciallo, oggi cinquantenne, per lo spavento venne colpita da un ictus dal quale non si è più ripresa. Ha gravi difficoltà nella deambulazione ed è stata riconosciuta invalida al 100 per cento.
Insieme al processo penale, è stato istruito anche quello in sede civile per il risarcimento dei danni nei confronti della donna e dei familiari, assistiti dall'avvocato Nicola Ottaviani. Il giudice ha riconosciuto il nesso tra l'attentato e l'ictus della donna e ha quantificato il risarcimento in un milione e 400mila euro per il danno biologico (a causa dell'invalidità permanente), e oltre 500mila euro per quello morale.

LE INDAGINI E LE CONDANNE
Gli autori materiali dell'attentato vennero individuati dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Pontecorvo (colleghi del maresciallo), con la collaborazione dei vigili del fuoco, qualche mese dopo. Giovanni Battista Sementilli venne arrestato, un ragazzo di Aquino, minorenne all'epoca dei fatti, denunciato. Successivamente, grazie anche una intercettazione, si accertò che il mandante era stato Luigi Sementilli, il quale intendeva vendicarsi per alcuni controlli compiuti dal maresciallo Falena e per una multa elevata nei suoi confronti.

Luigi Sementilli è stato condannato in primo e in secondo grado. La Cassazione, lo scorso anno, ha respinto il ricorso, confermando la pena a due anni e cinque mesi di reclusione. L'esecuzione della condanna c'è stata agli inizi di luglio scorso, quando il 64enne, spontaneamente, si è presentato al carcere di Cassino, dove sta scontando il resto della pena: 29 mesi.
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Il Messaggero